Il cosiddetto “Decreto aprile”, il terzo pacchetto di misure per il sostegno all’economia di famiglie e imprese dopo Cura Italia e Decreto Liquidità, si appresta ad essere ultimato e approvato in questi giorni. Il Sottosegretario all’Economia, e presidente di AReS, Pier Paolo Baretta in una recente conferenza stampa ha anticipato alcune delle misure che saranno contenute nel documento.

Innanzitutto “confermo – ha dichiarato Baretta – che il bonus per autonomi e partite Iva, una misura che riguarda quasi 5 milioni di lavoratori, passerà da 600 a 800 euro”. Inoltre, come confermato dal Presidente Conte nella conferenza del 26 aprile, chi l’ha già chiesto a marzo non dovrà fare una nuova richiesta ma potrà semplicemente rinnovarlo con una procedura automatica che sta per essere messa a punto.

Arriveranno, tuttavia, anche nuovi paletti: “Abbiamo constatato purtroppo che, oltre a tutte le persone che hanno diritto ad averlo, c’è stato qualche fastidioso abuso da parte di persone che hanno un alto reddito e ne hanno usufruito” – ha detto Baretta – “per questo c’è una discussione per valutare se mettere una soglia di reddito, ovviamente alta. Stiamo decidendo questa eventualità o meno, non è stato ancora definito. La linea di fondo è rinnovo automatico e verifica a posteriori”. Riguardo al livello della soglia, il Sottosegretario ha ricordato che “le casse di previdenza private hanno adottato un’ipotesi di 35mila euro“, ma “penso che possiamo tenerci su una cifra superiore. E si guarderà al reddito, non all’Isee”.

Per quanto riguarda la Cassa integrazione in deroga appare scontato come il nuovo decreto preveda una proroga: “non abbiamo ancora deciso il numero delle settimane che è collegato ai tempi della ripartenza ma certamente ci sarà un allungamento della Cig”.

 Per le piccole imprese (che rispettino determinati requisiti) sarà prevista la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto con cui pagare gli affitti commerciali e bollette. In corso anche “una valutazione se togliere alcune delle tasse (quelle pagate o quelle da pagare quest’anno) o dare un intervento di liquidità a fondo perduto come hanno fatto altri paesi”. Questa terza valutazione, ha precisato Baretta, “è sotto verifica, io preferirei uno storno delle tasse, ma è un dibattito. Non si distingue per settori, è difficile individuare una priorità in questa situazione”. Ci sarà poi uno “stanziamento analogo al fondo perduto, quindi 10 miliardi, per consentire agli enti locali di pagare le fatture alle imprese che hanno un credito con la pubblica amministrazione. Diamo agli enti locali questi soldi in modo che possano distribuirli alle imprese che hanno fatture in sospeso, e quindi attenuare il problema e immettere liquidità”.

Nel Decreto di aprile “c’è poi la costituzione di reddito di emergenza che riguarderà quella fascia di popolazione che si trova senza entrate, senza reddito e senza ammortizzatori sociali”. In questo caso, in termini di spesa complessiva, il Governo è in prima istanza al lavoro per definire la platea: “bisogna individuare la fascia di popolazione che non ha reddito né altri ammortizzatori. L’individuazione della platea determinerà le risorse. Definiamo prima il bisogno, poi la cifra”. Per quanto riguarda l’importo dell’assegno si aggirerà intorno ai 500 euro per persona. Come confermato dallo stesso Sottosegretario all’Economia, però, allo studio c’è anche l’ipotesi di una differenziazione della cifra in base al nucleo familiare, come per il reddito di cittadinanza. L’assegno Rem, in questo caso, potrebbe andare da un minimo di 400 euro per i single ad un massimo di 800 euro per le famiglie più numerose.

Infine, tra le misure che con buona probabilità saranno contenute nel Pacchetto Lavoro del decreto di aprile, è possibile considerare anche l’allungamento della Naspi e il bonus per colf e badanti assunte regolarmente. In particolare, l’allungamento della Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego è previsto in favore di coloro che hanno il sussidio in scadenza, mentre per le colf e le badanti regolari è ipotizzabile un bonus di 200 o di 400 euro, previa dimostrazione del calo delle ore di lavoro effettuate.

Il Decreto arriverà la prossima settimana. Il ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista è dovuto anche all’attesa “per il varo del temporary framework della Commissione europea del quale è bene tenere conto per calibrare i nostri interventi. È imminente ed è un aspetto di cui tener conto per non dover poi correggere in corso d’opera”, ha spiegato il Ministro dell’Economia Gualtieri. “Sono fiducioso che all’inizio della prossima settimana queste norme saranno approvate e anche il decreto aprile con pochissimi giorni di differenza potrà essere varato”, ha aggiunto.

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