200 miliardi di prestiti garantiti dallo Stato fino al 90% per tutte le imprese, 200 miliardi di garanzie per l’export, potenziamento e semplificazione del Fondo centrale di garanzia per le Pmi e le partite Iva con prestiti garantiti fino al 100%.
Sono stati pubblicati mercoledì 8 aprile (con effetto a partire dal 9 aprile) in Gazzetta Ufficiale i 44 articoli che compongono il “decreto Imprese”, con le garanzie a supporto della liquidità per le attività piagate dal coronavirus.
“Con il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il governo realizza un intervento senza precedenti a sostegno del sistema produttivo italiano. Un vero e proprio bazooka di liquidità, con oltre 400 miliardi di garanzie che portano a più di 750 miliardi il credito mobilitato. Questo intervento non solo punta a difendere e preservare l’intelaiatura industriale del paese dalle conseguenze economiche del Coronavirus, ma aiuterà le aziende gli imprenditori, i lavoratori a ripartire. Lo Stato è vicino alle imprese e se ne prende cura”, ha dichiarato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.
Garanzie di Stato attraverso Sace
Le misure adottate prevedono garanzie da parte dello Stato per 200 miliardi, concesse attraverso Sace – la società controllata dalla Cdp attraverso la quale verranno veicolate le garanzie pubbliche – in favore di banche che effettuino finanziamenti alle imprese di ogni dimensione. In particolare, la garanzia coprirà tra il 70% e il 90% dell’importo finanziato, a seconda delle dimensioni dell’impresa, ed è subordinata a una serie di condizioni tra le quali l’impossibilità di distribuzione dei dividendi da parte dell’impresa beneficiaria per i successivi dodici mesi e la necessaria destinazione del finanziamento per sostenere spese ad attività produttive localizzate in Italia.
Le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro ottengono una copertura pari al 90% dell’importo del finanziamento richiesto e per queste è prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia. La copertura scende all’80% per imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro e al 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi.
L’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda.
Per le Piccole e medie imprese, anche individuali o Partite Iva, sono riservati 30 miliardi e l’accesso alla garanzia rilasciata da Sace sarà subordinato alla condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia.
Fondo Centrale di Garanzia per le PMI
Viene disposto un ulteriore potenziamento del Fondo di Garanzia per le Pmi.
Sono, infatti, ammessi al Fondo con copertura al 100%, e senza procedura di valutazione da parte del medesimo, i nuovi finanziamenti di durata massima di 6 anni a favore di Pmi e piccoli professionisti, per un importo massimo di 25.000 euro e comunque non superiore al 25% dei ricavi del beneficiario; il rimborso del capitale non decorre prima di 18 mesi dall’erogazione del prestito.
Il Fondo può ora concedere garanzie a titolo gratuito fino a un importo massimo di 5 milioni di euro anche alle imprese con numero di dipendenti inferiore a 499. La garanzia del fondo stesso è pari al 90% dell’importo. Infine, per le imprese con ricavi fino a 3,2 milioni di euro, la garanzia concessa dal Fondo al 90% può essere cumulata con un’altra garanzia di un terzo soggetto, per ottenere prestiti con una garanzia del 100% su finanziamenti di importo massimo di 800.000 euro (e comunque non superiori al 25% dei ricavi del beneficiario).
Sostegno all’Export
Il decreto potenzia anche il sostegno pubblico all’esportazione, per migliorare l’incisività e tempestività dell’intervento statale. L’intervento introduce un sistema di co-assicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di Sace sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%, liberando in questo modo fino a ulteriori 200 miliardi di risorse da destinare al potenziamento dell’export. L’obiettivo è di consentire a Sace di far fronte alla crescente richiesta di assicurare operazioni ritenute di interesse strategico per l’economia nazionale che la società non avrebbe altrimenti la capacità finanziaria di coprire.
Le misure prevedono una serie di condizioni di accesso facilitate come l’assenza di istruttoria per richieste fino a 25.000 euro e la garanzia dello Stato del 100%; interessi dello 0,2%; tempi di restituzione di 6 anni (con la possibilità di richiedere l’inizio tra 24 mesi).
Per l’accesso all’iniezione di credito per l’emergenza coronavirus c’è una data, il 31 dicembre 2019, che fa da spartiacque: se a questa data l’azienda era in bonis, può accedere ai prestiti anche se in questi mesi c’è poi stata una situazione di concordato.
Per quanto riguarda i tempi di accesso, non sarà una corsa al primo che arriva, non c’è il rischio che i soldi non bastino. Ha tenuto a sottolinearlo, tra gli altri aspetti tecnici, anche il Sottosegretario all’Economia (e presidente di AReS) Pier Paolo Baretta nell’intervista al Sole 24 Ore: “Il tempo per poter accedere è tutto quest’anno. Vuol dire che le imprese possono programmare le loro scelte, non c’è pericolo che i soldi finiscano. Consentiamo che per tutto il 2020 si possa ricorrere a queste condizioni di accesso, non solo per i prestiti fino a 25.000 euro, anche per tutti gli altri”.
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