La pandemia da Covid-19 pesa come un macigno sul mercato del lavoro. Sono 456mila, infatti, i posti di lavoro persi nel 2020, una flessione che l’Istat definisce “senza precedenti”. E’ quanto emerge da una dettagliata analisi dell’Istituto di statistica sulle dinamiche del mercato del lavoro nel quarto trimestre e nell’intero anno. Il calo ha riguardato in maggior misura le donne (- 249mila) rispetto agli uomini (- 207mila) e si è concentrato prevalentemente al Nord e al Sud. La fascia di età più colpita è quella dei più giovani (15-34 anni) che accusa una diminuzione degli occupati del 5%. Male anche la fascia mediana (35-49 anni) che segna un meno 3,2%. Aumentano invece gli occupati over 50 che sono 113mila in più di un anno fa.

Nel quarto trimestre del 2020 è in flessione il tasso di disoccupazione, che scende al 9,5%(-0,5 punti). Al contempo, però, per il quarto trimestre consecutivo, ad un ritmo “più accentuato” rispetto al trimestre precedente, cresce il numero di inattivi di 15-64 anni (+403 mila, +3,1% in un anno), insieme al corrispondente tasso (+1,2 punti) al 35,4%.

L’istituto di ricerca ha rilevato, inoltre, la diminuzione delle posizioni dipendenti (-1,7%) e del monte ore lavorate (-13,6%), così come l’aumento del ricorso alla Cig (+139,4 ore ogni mille lavorate).

Il calo dell’occupazione coinvolge soprattutto i dipendenti a termine (-391mila, -12,8%) e, in minor misura, gli indipendenti (-154mila, -2,9%); il lavoro dipendente a tempo indeterminato mostra invece una crescita (+89 mila, +0,6%).

Diminuzione anche del lavoro a tempo pieno (-251mila, -1,3%) e, soprattutto, del part-time (-205mila, -4,6%); la quota di part-time involontario, inoltre, sale al 64,6% (+0,4 punti) dell’occupazione a tempo parziale (la quota calcolata sul totale degli occupati scende all’11,9%, -0,3 punti, per effetto del più forte calo dei lavoratori part-time).

Solo i dati relativi all’ultima parte del 2020 (ottobre – dicembre) hanno mostrato piccoli segnali di miglioramento: il numero di occupati è aumentato dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti; sono inoltre saliti i contratti a tempo indeterminato (+ 0,6%) che hanno compensato il calo di quelli a termine giunti a scadenza e non rinnovati. Rispetto al periodo ottobre-dicembre 2019 i contratti a tempo determinato sono addirittura il 12,3% in meno. Risale al 58,2% il tasso di occupazione, mentre quello di disoccupazione scende al 9,2%. In lievissimo aumento il tasso di inattività. Le ragazze tra i 15 e i 24 anni sono in assoluto la categoria più colpite dalla disoccupazione con un tasso che supera il 31%. Tra i cittadini stranieri il tasso di disoccupazione è quasi doppio rispetto agli italiani: 14,5 contro 8,9%.

Tra le categorie professionali, come immaginabile, i cali più forti riguardano le professioni artistiche e di intrattenimento (- 16% rispetto all’anno prima) seguite da quelle nel turismo e ristorazione (- 15%). Aumentano viceversa gli occupati nelle costruzioni (+ 4,3%), così come nella sanità (+ 0,6%) e nelle Tlc (+ 1,4%).

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