(L’autore è Presidente dell’Associazione “Direzione Europa”)

Siamo in un tempo di grande “complessità” al quale sembra che, almeno qui in Italia ma non solo, si risponda con un altrettanto  grande “confusione” dal punto di vista della politica, nel senso etimologico del termine, cioè con un “mescolamento”. Vi è, comunque, chi cerca di ritrovare una chiara distinzione dei ruoli,un ordine di priorità per uno sviluppo adeguato e cioè sostenibile, ma c’è ancora una forte distanza dovuta ad una mancanza di conoscenza e di piena consapevolezza delle vere priorità, sia di oggi che in prospettiva. Le numerose parole profuse vengono utilizzate in via convenzionale e mediatica e non contengono  la forza morale del cambiamento che permetterebbe di  perseguire le corrette necessità, in maniera responsabile e condivisa anche con i cittadini. Il tutto, nonostante i tentativi, risulta inficiato al ribasso e verso un’accresciuta divisione. La vita di una vera  “comunità”, in questo caso Locale ma non solo, ha bisogno di essere sostenuta dalla fiducia e dal benessere, dimensioni che possono essere generate solo grazie a politiche che ricercano la verità nelle varie situazioni e la coerenza con le vere esigenze dei cittadini e dei contesti che li circondano. queste due delicate dimensioni così, collegate tra di loro, vengono costantemente “asciugate”  da quanto sopra elencato, alimentando l’altra faccia della medaglia: la chiusura, la ribellione e la paura.

Afferma il Rapporto Stiglitz: “coloro che tentano di orientare l’economia e le nostre società, sono come i piloti che cercano di seguire una rotta senza una bussola affidabile. Le decisioni che essi (e noi, come singoli cittadini) prendono, dipendono da ciò che si misura, quanto più buone sono le nostre misurazioni, tanto meglio le nostre misure saranno comprese”[1].

Del resto il termine “statistica” proviene da stato, nel senso di ciò che è e oggi abbiamo bisogno, in una società complessa e in forte cambiamento di sistema, di cercare di comprendere, attraverso nuovi strumenti di misura, il dove siamo, per poter decidere il dove possiamo e dobbiamo andare, sia singolarmente che insieme.

Per questo nel 2013 l’Istat lancia il suo “andare oltre il Pil”, creando un nuovo strumento di misurazione che chiama Bes (Benessere equo e sostenibile), con i suoi 12 domini che si appoggiano su circa 130 indicatori, per una descrizione dettagliata e multidimensionale di tutto quello che contribuisce a creare una vita improntata al benessere che sia al contempo equa e sostenibile per tutti.

Non è solamente uno strumento statistico, è una nuova visione del reale basata sul benessere equo e sostenibile che rappresenta il fenomeno complesso oggi  da perseguire, con la sua multidimensionalità riconosciuta in letteratura come una delle sue caratteristiche principali.

Una misurazione accurata del benessere equo e sostenibile è un prerequisito ex-ante per l’implementazione di efficaci politiche ma anche per la valutazione ex-post degli effetti delle politiche di coloro che governano le nostre comunità. È uno strumento “dinamico” capace di adattarsi ai cambiamenti sociali e culturali così da descrivere il Benessere equo e sostenibile in modo attuale. In questo  tempo di “emergenza” climatica, con i ghiacci che si sciolgono e le foreste amazzoniche che bruciano, innanzi agli impegni presi dall’intera Comunità Mondiale attraverso l’adozione dell’Agenda 2030 dell’Onu, il Bes, per i forti collegamenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile che si sovrappongono con i vari domini ma sono obiettivi fissi che rappresentano le urgenze moderne,  è da considerare come il naturale strumento di consapevolezza locale per il raggiungimento degli SDGS globali.  Semplice da dirsi, difficile da realizzarsi nelle nostre Comunità, qualcuno direbbe! Ma invece non lo è, in un tempo di grande approssimazione e di fake news, innanzi a sfide epocali ed a scenari imprevedibili, questo  strumento serve per meglio operare ed oggi ne abbiamo particolarmente bisogno, se vogliamo affrontare ed agire con consapevolezza responsabile sulle sfide che già abbiamo innanzi, sia a livello locale che globale.

Nel 2015, grazie alla collaborazione tra l’Università degli studi di Firenze, facoltà di Statistica, l’Aiquav (Associazione italiana per la qualità della vita), l’Associazione Direzione Europa, il Centro Studi Percorsi & Futuro ed il Comune di Figline Incisa Valdarno, si è riusciti a portare alla luce il primo BES a livello di piccoli e medi Comuni (Figline Incisa Valdarno conta all’incirca 23.000 abitanti).

Esperienza nata dalla primaria consapevolezza dei promotori che provengono dalla Società Civile. I promotori hanno attivato, per i diversi ambiti coinvolti, sia la parte scientifica (Università) che la parte Istituzionale (Comune), riuscendo a dare vita ad una inedita quanto innovativa indagine “dal basso” del BES Comunale, aprendo, altresì, la strada ad una ricerca che è tuttora attiva e ha già fornito i contenuti per l’edizione di una prima Guida per il rapporto BES organico nei Comuni [2].  Questa esperienza negli anni si è arricchita non solo di nuove indagini su altri Comuni, come ad esempio Casale Monferrato, etc. ma è andata tracciando ulteriori strumenti  per riuscire a dare gambe non solo Istituzionali o di contenuti scientifici all’Indagine Bes, ma a una nuovo protagonismo attivo della cosiddetta società civile, creando il primo Osservatorio per le strategie di sviluppo sostenibile della Comunità, dove è la società civile con i suoi stakeholders che torna ad essere parte determinante nel progresso della propria comunità, insieme alla scuola che rappresenta il futuro della comunità stessa. L’indagine Bes per i Comuni di fatto utilizza le banche dati  messe a disposizione da Istat e non solo (vedi anche www.tuttitalia.it per i dati demografici, www.finanze.gov.it per le dichiarazioni Irpef, etc.). Il benessere viene quindi cercato in modo equo e sostenibile che qui vengo a definire:

  1. Benessere: inteso come qualità e quantità del complesso socio-ambientale e delle sue componenti nel modo in cui viene percepito e vissuto dal cittadino. In generale, si analizza come responsabilità verso la propria felicità, anche insieme e nel tempo.
  2. Equità: intesa come reciprocità e accesso al benessere o alle sue componenti. In generale, come responsabilità verso l’altro da sé.
  3. Sostenibilità: intesa (anche) come tensione al cambiamento e capacità di mantenimento. In generale, come responsabilità verso l’ambiente e le future generazioni.

I risultati dell’indagine sono immediatamente comparabili con le medie nazionali scaturite dall’Indagine nazionale Bes dell’Istat, dando dei risultati di sintesi nel Tribes, nel super tribes e nel Bes Organico che permettono di verificare il posizionamento del Comune nei vari “domini” rispetto alle medie nazionali. Da queste indicazioni, si può sapere se  il Comune, circa il Bes, è sotto media o è sopra media nazionale, un confronto particolarmente significativo e stimolante. Così facendo si individuano su quali ambiti, attraverso l’apporto dell’azione implementata anche con l’aiuto dell’Osservatorio per le strategie di sviluppo sostenibile, occorre agire per far crescere il benessere equo e sostenibile della Comunità.

Per cui il Bes per le Comunità locali, insieme all’Osservatorio per le strategie di sviluppo sostenibile, rappresentano gli strumenti per un vero cambio di paradigma che sembra riuscire a dare risposte a quanto Mauro Magatti nel suo Cambio di Paradigma: uscire dalla crisi pensando il futuro scrive: “Immaginare un nuovo scambio sociale vuol dire rispondere, da un lato, alla domanda che chiede cosa potrebbe significare “crescita” nelle economie avanzate, in particolare passando per una ridefinizione della nozione di valore e della sua misurazione, dall’altro, significa individuare quali politiche governative potrebbero abilitare i diversi gruppi sociali a nuove forme di partecipazione, contribuzione e riconoscimento”[3]

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[1]
Rapporto della Commissione Sarkozy sulla misura della performance dell’economia e del progresso sociale

[2] Guida per il rapporto del BES(benessere equo e sostenibile) organico per i Comuni-Ed. Franco Angeli

[3] Cambio di Paradigma: Uscire dalla crisi pensando il futuro  – Ed. Feltrinelli, p. 2

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