L’illusione di un vento favorevole alle democrazie è durata poco. Nelle recenti elezioni regionali in Germania, infatti, si profila un risultato storico per il partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland). Nella regione della Turingia, l’AfD è in testa con oltre il 33% luglio dei voti, mentre in Sassonia si attesta al secondo posto con il 31,5%, appena mezzo punto percentuale dietro la CDU (Unione Cristiano-Democratica). Un risultato significativo, considerando che in Turingia il partito ha candidato Bjoern Hoecke, già condannato da due tribunali per l’uso di slogan nazisti nei suoi comizi. In Sassonia, invece, l’eurodeputato Siegbert Droese è noto per essersi fatto fotografare con la mano sul cuore presso la “Tana del lupo”, il bunker di Adolf Hitler in Polonia, e per aver fatto campagna elettorale nel 2016 con una macchina dalla targa inneggiante a Hitler.

Questi risultati assumono un tono ancora più preoccupante se confrontati con quelli dei partiti al governo, la coalizione del “semaforo” guidata da Olaf Scholz. L’SPD del cancelliere è scesa al 6,5% (-1,7), i Verdi al 4% (-1,2) e i liberali dell’FDP all’1% (-4), risultati che li lasciano fuori dal parlamento regionale per non aver superato la soglia di sbarramento del 5%. Complessivamente, i partiti al governo raggiungono appena il 15%, meno della metà dei consensi ottenuti dall’AfD. Un tale successo per un partito estremista non si era mai verificato dal dopoguerra in una elezione regionale.

Anche la nuova formazione di sinistra sovranista e populista guidata da Sahra Wagenknecht (BSW) ha registrato un buon risultato, ottenendo il 15,6% in Turingia e l’11,7% in Sassonia. Sebbene il BSW condanni il passato nazista, condivide alcune posizioni chiave con l’AfD, come la critica all’immigrazione, alla NATO, all’invio di armi in Ucraina e il sostegno a Putin.

Queste elezioni si sono svolte in un clima politico teso, pochi giorni dopo un presunto attacco islamista che ha causato la morte di tre persone, alimentando un acceso dibattito sull’immigrazione in Germania. Nonostante la CDU abbia dichiarato che non stringerà accordi di governo con l’estrema destra, il risultato dell’AfD rappresenta un segnale preoccupante per Olaf Scholz in vista delle elezioni federali del 2025.

Occorre interrogarsi su come l’AfD, con posizioni chiaramente scioviniste e xenofobe, sia diventata la forza politica dominante nella Germania orientale, l’ex DDR sotto il controllo sovietico. I risultati mostrano radici profonde e confermano tendenze già osservate nelle elezioni europee. Una mappa allegata a questo articolo evidenzia in nero la Germania occidentale, dove la CDU rimane il primo partito, e in azzurro la Germania orientale, dove l’AfD prevale.

Trentacinque anni dopo la caduta del muro di Berlino, chi sono gli abitanti della Germania orientale? Un quinto della popolazione è emigrato verso ovest; chi è rimasto è, in media, più anziano e in maggioranza maschile, due categorie che tendono a sostenere l’AfD. A ovest, il 32,9% degli abitanti ha origini migranti, rispetto all’11,4% dell’est, un divario che avvantaggia chi ha costruito la propria campagna elettorale sulla criminalizzazione dei migranti. Nella Germania orientale, molti cittadini non hanno visto miglioramenti nelle loro condizioni di vita, con stipendi ancora inferiori rispetto a quelli dell’ovest. Di conseguenza, il voto riflette un risentimento verso il governo centrale e premia le forze estreme che promettono cambiamenti radicali.

Fortunatamente, meno del 17% della popolazione tedesca risiede negli stati orientali, riducendo l’impatto nazionale dell’estrema destra. Tuttavia, le analisi mostrano come l’AfD sia riuscita a ottenere consensi ben oltre l’elettorato tradizionale dell’estrema destra. Molti degli elettori dell’AfD, infatti, si collocano al centro dello spettro politico, un fenomeno paragonabile a quello che si verificherebbe se gli elettori di Forza Italia in Italia decidessero improvvisamente di sostenere un partito di estrema destra, magari guidato dall’ex generale Roberto Vannacci, pur dichiarandosi liberali e democratici.

Il pericolo maggiore proviene dall’uso abile e spregiudicato dei social media da parte dell’AfD. Due dei cinque attivisti politici più seguiti su TikTok sono esponenti di questo partito. Non sorprende, quindi, che l’AfD abbia triplicato i propri consensi tra i giovani sotto i 24 anni alle elezioni europee. Questo rappresenta un campanello d’allarme per la sinistra, spesso incapace di utilizzare i social come strumenti efficaci di comunicazione di massa.

Sta accadendo in Germania, un paese dove il nazismo è stato un tabù per quasi ottant’anni. E potrebbe accadere con ancora maggiore facilità in Italia, dove molti, anche tra chi è al governo, faticano ancora a prendere le distanze dal fascismo. Per questo è fondamentale costruire un fronte ampio e unitario, che lavori insieme già dalle prossime elezioni regionali. È incoraggiante che proprio in queste ore il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, abbia deciso di sostenere la candidatura di Andrea Orlando per la presidenza della Regione Liguria. La coalizione ha la possibilità e la necessità di crescere ancora, a condizione che la scelta di campo sia chiara e priva di ambiguità. La posta in gioco è troppo alta per permettersi esitazioni o doppiezze.

(dal blog di Riccardo Corbucci) – (Foto di Prometheus 🔥 su Unsplash)

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