Lo scorso 25 aprile, il Governo ha trasmesso al Parlamento il testo del Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza, un dettagliato programma di investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del NGEU. A questi, vanno aggiunti ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile, per un totale di investimenti previsti pari a 222,1 miliardi di euro.

Il Piano, oltre alle sei missioni in cui è organizzato (che abbiamo approfondito in questo contributo), include un corposo pacchetto di riforme, che toccano, tra gli altri, gli ambiti della pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza.

L’ambizioso programma di riforme diventa strutturale per la realizzazione stessa del Piano e in quanto contribuisce alla modernizzazione del Paese e all’attrazione degli investimenti.

La riforma della Pubblica Amministrazione affronta i problemi dell’assenza di ricambio generazionale, di scarso investimento sul capitale umano e di bassa digitalizzazione. Il Piano prevede investimenti in una piattaforma unica di reclutamento, in corsi di formazione per il personale e nel rafforzamento e monitoraggio della capacità amministrativa.

La riforma della giustizia interviene sull’eccessiva durata dei processi e intende ridurre il forte peso degli arretrati giudiziari. Il Piano prevede assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di casi pendenti e rafforza l’Ufficio del Processo. Sono previsti interventi di revisione del quadro normativo e procedurale, ad esempio un aumento del ricorso a procedure di mediazione e interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.

Il Piano prevede inoltre interventi di semplificazione per la concessione di permessi e autorizzazioni, e sul codice degli appalti per garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti.

Il Piano include anche riforme a tutela della concorrenza come strumento di coesione sociale e crescita economica. I tempi di queste riforme, che vanno dai servizi pubblici locali a energia elettrica e gas, sono stati pensati tenendo conto delle attuali condizioni dovute alla pandemia.

Il PNRR avrà un impatto significativo sulla crescita economica e della produttività.

Il Governo prevede che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali.  Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento.

In particolare, gli investimenti nelle infrastrutture e nella mobilità sostenibile al sud sono pari 14,5 miliardi, il 53 per cento del totale, e intervengono sull’alta velocità, sul sistema portuale e sulla viabilità nell’Italia interna. Sono stanziati 8,8 miliardi per interventi di inclusione e coesione al sud, pari al 39 per cento del totale, e 14,6 miliardi per misure nell’istruzione e la ricerca, pari al 46 per cento. Questi includono la creazione di nuovi asili, un incremento delle infrastrutture sociali, e politiche per il lavoro.

L’impatto complessivo del PNRR sul Pil nazionale fino al 2026 è stimato in circa 16 punti percentuali. Per il sud, l’impatto previsto è di circa 24 punti percentuali.

Il Piano prevede inoltre un investimento significativo sui giovani e le donne.

Una nuova strategia di politiche per l’infanzia è cruciale per invertire il declino di fecondità e natalità. I giovani beneficiano dei progetti nei campi dell’istruzione e della ricerca; del ricambio generazionale nella pubblica amministrazione; e del rafforzamento del Servizio Civile Universale. Per i ragazzi e le ragazze, sono stanziati fondi per l’estensione del tempo pieno scolastico e per il potenziamento delle infrastrutture sportive a scuola. In particolare, è promossa l’attività motoria nella scuola primaria, anche in funzione di contrasto alla dispersione scolastica.

Per quanto riguarda le donne, il Piano prevede misure di sostegno all’imprenditoria femminile e investimenti nelle competenze tecnico-scientifiche delle studentesse.

Inoltre, l’ampliamento dell’offerta di asili, il potenziamento della scuola per l’infanzia e il miglioramento dell’assistenza ad anziani e disabili aiuteranno indirettamente le donne, che spesso devono sostenere la maggior parte del carico assistenziale delle famiglie.

Per perseguire le finalità relative alle pari opportunità – generazionali e di genere – il Governo intende inserire per le imprese che parteciperanno ai progetti finanziati dal NGEU previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani e donne. I criteri sono definiti tenendo conto dell’oggetto del contratto; della tipologia e della natura del singolo progetto.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here