Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, ha approvato in data 16 marzo 2020 (in Gazzetta Ufficiale dal 17 marzo, data della sua entrata in vigore) il decreto-legge Cura Italia che introduce misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Complessivamente il provvedimento autorizza per l’emergenza coronavirus l’emissione di titoli di Stato per un importo fino a 25 miliardi di euro per il 2020.
Il decreto interviene con provvedimenti su quattro fronti principali: finanziamento e altre misure per il potenziamento del Sistema sanitario nazionale, della Protezione civile e degli altri soggetti pubblici impegnati sul fronte dell’emergenza; sostegno all’occupazione e ai lavoratori per la difesa del lavoro e del reddito; supporto al credito per famiglie e micro, piccole e medie imprese, tramite il sistema bancario e l’utilizzo del fondo centrale di garanzia; sospensione degli obblighi di versamento per tributi e contributi nonché di altri adempimenti fiscali ed incentivi fiscali per la sanificazione dei luoghi di lavoro e premi ai dipendenti che restano in servizio.
Vediamo nel dettaglio le misure per quanto riguarda il sostegno alla liquidità delle famiglie e delle imprese tramite il sistema bancario.
In una fase di contrazione economica come quella a cui il Paese va incontro è vitale fare ogni sforzo per evitare che gli effetti sull’economia reale si trasferiscano al settore del credito. Tanto le famiglie quanto le imprese rischiano di vedere significativamente erose le proprie entrate e ciò pregiudica la loro capacità di far fronte ad impegni finanziari pregressi e potrebbe rendere anche difficoltoso l’accesso al credito.
In questo contesto si inserisce l’azione del Governo che intende scongiurare con forza questa eventualità. L’Esecutivo ha destinato 5 miliardi, con un effetto volano per circa 350 miliardi, per assicurare la necessaria liquidità alle famiglie e alle imprese.
Scendendo nel particolare, possiamo rilevare come l’intervento del governativo sul fronte della liquidità si articoli su quattro strumenti principali ed alcune misure di dettaglio.
Il primo riguarda la Moratoria sui prestiti. Le partite IVA, le piccole e medie imprese (PMI), i professionisti e le ditte individuali beneficiano, in questo caso, di una moratoria su un volume complessivo di prestiti stimato in circa 220 miliardi di euro. Vengono congelate fino al 30 settembre linee di credito in conto corrente, finanziamenti per anticipi su titoli di credito, scadenze di prestiti a breve e rate di prestiti e canoni in scadenza.
La seconda misura contenuta in questo filone d’azione riguarda il potenziamento per 1,5 miliardi del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, anche per la rinegoziazione dei prestiti esistenti. Sommando i finanziamenti in essere e quelli nuovi, l’obiettivo è consentire garanzie per oltre 100 miliardi complessivi di finanziamento alle imprese da parte del Fondo. La garanzia del fondo stesso è pari all’80% dell’importo (e 90% in caso di riassicurazione di Confidi) per tutti i prestiti fino a 1,5 milioni. Al di sopra di tale importo (ferma restando la possibilità di continuare a coprire fino all’80% e fino a 2,5 milioni, secondo le regole previgenti, ad es. i finanziamenti per investimenti, le start up e le PMI innovative, la “nuova Sabatini”), la percentuale di garanzia viene modulata secondo le ordinarie regole del fondo, con la possibilità di ottenere comunque una garanzia all 80%, fino a 5 milioni per tutti i prestiti che rientrino negli ambiti di attività coperti anche dalle sezioni speciali. In particolare, le principali modifiche riguardano:
la gratuità della garanzia del Fondo, con la sospensione dell’obbligo di versamento delle previste commissioni per l’accesso al Fondo stesso;
l’ammissibilità alla garanzia di operazioni di rinegoziazione del debito;
l’allungamento automatico della garanzia in caso di moratoria o sospensione del finanziamento per l’emergenza coronavirus;
la previsione di procedure di valutazione per l’accesso al Fondo ristrette ai soli profili economico-finanziari al fine di ammettere alla garanzia anche imprese che registrano tensioni col sistema finanziario in ragione della crisi connessa all’epidemia;
estensione del limite per la concessione della garanzia da 2,5 milioni a 5 milioni di finanziamento;
l’avvio di una linea per la liquidità immediata (fino a 3.000 euro) per gli imprenditori persone fisiche (le cc.dd. partite IVA, anche se non iscritti al registro delle imprese) con accesso senza bisogno di alcuna valutazione da parte del Fondo, che si affianca alle garanzie all’80% già attive sul micro-credito e sui finanziamenti fino a 25.000 euro (cd importo ridotto);
estensione a soggetti privati della facoltà di contribuire a incrementare la dotazione del Fondo PMI (oggi riconosciuta a banche, Regioni e altri enti e organismi pubblici, con l’intervento di Cdp e di Sace);
facilitazione per l’erogazione di garanzie per finanziamenti a lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprenditori individuali;
estensione dell’impiego delle risorse del Fondo.
Terzo strumento in favore di famiglie e imprese, riguarda la Garanzia dello Stato a favore di CDP per fornire provvista alle banche che finanziano imprese medio grandi che non beneficiano del Fondo PMI. Garanzia di 500 milioni con un moltiplicatore di 20, quindi si stima fino a 10 miliardi di nuova finanza.
Infine, imprese bancarie e industriali saranno incentivate a cedere i loro crediti incagliati o deteriorati mediante la conversione delle loro Attività Fiscali Differite in Crediti di imposta. L’intervento libera nuove risorse liquide per le imprese e consente alle banche di dare nuovo credito, consentendo nuova finanza bancaria per le imprese fino a 10 miliardi.
Il Decreto Cura Italia, poi, sempre per quanto concerne il sostegno alla liquidità di famiglie e imprese, prevede alcune misure definite “di dettaglio”.
Tra le principali c’è da evidenziare l’ampliamento del Fondo di Solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa, (il cosiddetto fondo Gasparrini) che permette ai titolari di un mutuo contratto per l’acquisto della prima casa, che siano in specifiche situazioni di temporanea difficoltà, di beneficiare della sospensione del pagamento delle rate fino a 18 mesi. In seguito all’emergenza Covid, ora vi possono accedere anche i lavoratori dipendenti con una sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni e i lavoratori autonomi e ai professionisti che abbiano subito un calo del proprio fatturato superiore al 33% rispetto al fatturato dell’ultimo trimestre 2019. Inoltre, per tutte le ipotesi di accesso al Fondo ci sono da rilevare alcune modifiche: non è più richiesta la presentazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE); è possibile beneficiare della sospensione anche se ne è già fruito in passato (purché l’ammortamento sia ripreso da tre mesi); è stato previsto che il Fondo sopporti il 50% degli interessi che maturano nel periodo della sospensione. Nell’ambito della sospensione, possono essere ricomprese sia le rate a scadere successivamente alla data di presentazione della domanda, sia le rate scadute e non pagate antecedentemente a tale data, purché il ritardo nei pagamenti non sia superiore a 90 giorni consecutivi.
Il Decreto prevede il rafforzamento dei Confidi per le microimprese, attraverso misure di semplificazione.
Per il settore delle assicurazioni entra immediatamente in vigore il “volatility adjustment”, il meccanismo nato per ridurre gli effetti della volatilità dei mercati, ed in particolare quella relativa ai prezzi dei titoli sovrani, sul Solvency Ratio delle imprese di assicurazioni. Viene introdotto un contributo statale del 50% della quota interessi.
Viene introdotta una norma che proroga i termini e introduce la possibilità di riparto parziale di indennizzo per i risparmiatori attingendo al FIR, il fondo previsto per gli indennizzi ai risparmiatori rimasti coinvolti.
Sono sospensione i rimborsi in scadenza nel 2020 dei finanziamenti SIMEST.
È prevista una garanzia di SACE a Regioni e Protezione civile per agevolare il reperimento di forniture essenziali sui mercati esteri.
Nei giorni scorsi, inoltre, l’Esecutivo ha deciso di ampliare le risorse in campo varando il così detto “Decreto Imprese“: nel complesso, un’iniezione di liquidità di 750 miliardi per famiglie, aziende, partite iva e export.