Senza l’emergenza Covid-19 l’export del made in Italy agroalimentare verso i Paesi UE sarebbe aumentato in modo rilevante nel 2020. E’ quanto emerge dal rapporto del Centro studi di Confagricoltura (tabelle in allegato) che evidenzia un aumento del 4% nel mese di gennaio e del 10% in febbraio. Crescita, purtroppo, annullata da un -10% registrato a marzo, quando la pandemia si è diffusa in tutta l’Europa, con le conseguenti restrizioni agli spostamenti delle persone e alla chiusura delle attività di ristorazione, caffetteria e ospitalità turistica.
Prendendo in considerazione i prodotti agricoli e dell’industria alimentare più esportati verso i Paesi dell’Unione Europea, il rapporto indica sensibili differenze per prodotto e per mese nel primo trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Emblematico il caso dell’olio d’oliva, che scende del 6% a gennaio, del 16% a febbraio per riguadagnare il 2,4% a marzo. Per formaggi e latticini dal +6,6% di gennaio si passa al +7,7 di febbraio, per arrivare un -16% in marzo.
Sono evidenti, in termini di export, le conseguenze dell’emergenza Coronavirus soprattutto per le limitazioni agli spostamenti internazionali delle persone, fra cui la manodopera agricola stagionale, indispensabile per la raccolta dei prodotti, le restrizioni alle attività del settore Ho.Re.Ca, le modifiche della domanda di prodotti agroalimentari conseguenti ai provvedimenti di lockdown.
Nel mese di marzo infatti, quando gli effetti della pandemia Covid-19 si sono estesi a un maggior numero di Paesi UE, su 15 categorie di prodotti ben 10 hanno segnato un andamento negativo del valore dell’export rispetto a marzo 2019 e, di queste, 8 presentano decrementi superiori al 10%, con il massimo di -47% per i fiori e le piante. Ma, evidenzia lo studio, non tutti i settori produttivi hanno risentito nello stesso modo della pandemia: hanno tenuto, ad esempio, riso e cereali (+9,6% a gennaio, + 24,1% a febbraio e +13,3% a marzo) e salumi (+ 12,1%, +14,6 e +9,2).
Il trimestre gennaio-marzo si chiude con una crescita del valore dell’export di solo un milione di euro (4.859,2 contro 4.858,2 milioni), con 7 settori produttivi in crescita (cereali, ortaggi, frutta, paste alimentari, preparati e conserve di carni, preparati per salse e salse, salumi); 4 con variazioni (negative o positive) inferiori allo 0,5% (carni e frattaglie, vino e spumanti, formaggi e latticini, prodotti di panetteria e pasticceria); 4 in sensibile flessione (fiori e piante, olio di oliva, latte, derivati e burro, preparati di ortaggi e frutta). Fra questi ultimi, mette in evidenza il rapporto di Confagricoltura, è particolarmente rilevante la crisi dell’esportazione dei prodotti florovivaistici, che segna -15% a causa del quasi dimezzamento registrato in marzo (-47%) rispetto allo stesso mese del 2019.
Covid-19: la situazione dell’export agroalimentare verso i Paesi extra-UE
Anche per quanto riguarda l’export di prodotti agroalimentari italiani verso Paesi extra-UE (report del 13 maggio 2020), i dati dell’Agenzia delle Dogane relativi al periodo gennaio-aprile 2020, consentono prime valutazioni dell’effetto della pandemia di Coronavirus sul settore, basate sul confronto con il primo quadrimestre del 2019 e con singoli mesi dello stesso quadrimestre.
Nel 2019, il valore delle esportazioni italiane dei settori agricolo e dell’industria alimentare è stato complessivamente di 44,6 miliardi di euro, di cui 6,8 miliardi di euro per i prodotti agricoli (15%) e 37,8 miliardi di euro per i prodotti dell’industria alimentare (85%). Le esportazioni verso i Paesi Extra-UE valgono 16,3 miliardi di euro pari al 37% del totale; il 91% del valore (14,9 miliardi di euro) si riferisce ai prodotti dell’industria alimentare, il restante 9% (1,4 miliardi di euro) ai prodotti agricoli.
Confrontando il valore delle esportazioni verso i Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea nel periodo gennaio-aprile del 2019 e del 2020 (tabella 3a), si registra complessivamente una crescita del 3,7%. Guardando alle diverse categorie di prodotti, gli incrementi più rilevanti riguardano gli ortaggi (+30%) e le carni (+25%); sono vicini a +15% prodotti da forno, ortaggi, frutta e ortaggi trasformati, salumi; bene anche olio d’oliva (+11%) e riso (+10%). Segnano invece sensibili flessioni: fiori e piante (-25%), paste alimentari (-14%), frutta (-9%), carni conservate (-8%).
Confrontando i dati 2019 e 2020 di ciascun mese del primo quadrimestre dell’anno, si nota anche come vini e spumanti e formaggi e latticini abbiano segnato forte crescita in gennaio (+24% e +60%) seguita a andamenti negativi nei tre mesi seguenti. Comportamento opposto evidenziano i cereali e l’olio d’oliva. Per quanto riguarda le paste alimentari, dopo i primi tre mesi di forte crescita, in aprile hanno registrato una flessione del 48%.
Questi dati, conclude il rapporto dell’ufficio studi di Confagricoltura, pur consentendo alcune prime valutazioni dell’effetto della pandemia di Coronavirus sul settore agroalimentare, non permettono di individuare, nemmeno per i prossimi mesi, chiari segnali di tendenza, perché siamo di fronte ad un contesto incerto e in costante cambiamento.