Il 2019 non è stato un anno favorevole per il turismo italiano. A dircelo è l’ultimo Rapporto del Centro Studi di Confagricoltura che si basa su dati Istat (per il movimento di ospiti nelle imprese turistiche alberghiere ed extralberghiere, compresi agriturismi); quelli della Banca d’Italia, per il movimento di ospiti stranieri verso l’Italia, Italiani verso l’estero e relative stime della spesa turistica; e quelli di Eurostat e UNWTO (Organizzazione mondiale del turismo) relativi al movimento internazionale di turisti in Europa e nel Mondo.

Dati sul turismo in Italia nel 2019 che evidenziano complessivamente nelle imprese ricettive, rispetto al 2018, una riduzione degli arrivi dello 0,5% e un incremento delle presenze (pernottamenti) del 1,2%. Si tratta del risultato più contenuto degli ultimi 5 anni quando, fra il 2015 e il 2018, gli arrivi erano cresciuti dal 3,1% al 6,4% e le notti dal 2% al 4,4%. Il nostro Paese continua ad essere meta ambita dai turisti stranieri: nel periodo 2015 al 2019, infatti, l’incidenza su arrivi e presenze del turismo di provenienza extra confine è leggermente cresciuta, passando per gli arrivi dal 48,5% al 49,4% e per le presenze dal 49% al 50,5%.

I dati della Banca d’Italia ci dicono, altresì, che i turisti stranieri alloggiano sempre meno nelle imprese ricettive turistiche: fra il 2015 e il 2019, le notti trascorse in tali sistemazioni si sono progressivamente ridotte dal 57,6% al 53,9% a vantaggio degli alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale. Parallelamente al turismo in entrata, anche quello in uscita ha registrato un costante incremento (+4,5% nel 2019). Il bilancio delle notti trascorse in Italia dai turisti stranieri (attivo) e dai turisti italiani all’estero (passivo) è, infatti, in costante crescita: il saldo è passato dai +61,8 milioni del 2015 ai 100,6 milioni del 2019. In particolare, poi, nell’anno appena trascorso, questo divario corrisponde a una cosiddetta “popolazione aggiuntiva” annuale, e connessi consumi agroalimentari (ristoranti, bar, acquisti in esercizi commerciali), pari a 303 mila abitanti.

Sempre Banca d’Italia ci dice che in termini monetari il saldo (differenza fra spesa dei turisti stranieri in Italia e spesa dei turisti italiani all’estero) è cresciuto dai 13,5 miliardi di euro del 2015 ai 17,2 miliardi di euro del 2019. Si stima (Isnart 2012) che circa un terzo di tali somme sia speso per consumi alimentari (ristorazione 19,3%, acquisti di generi alimentari 14%). In sostanza: i turisti stranieri in vacanza nel nostro Paese negli ultimi quattro anni hanno speso di più di quanto non abbiamo fatto noi durante le nostre vacanze all’estero. Per quanto riguarda gli introiti generati dal turismo dall’estero, il nostro Paese si colloca al sesto posto nel mondo con 49,3 miliardi di dollari USA, preceduto da Stati Uniti, Spagna, Francia, Thailandia e Regno Unito.

Ma quanto è meta ambita e visitata l’Italia in ottica globale? E bene, i dati UNWTO sul turismo mondiale (disponibili fino al 2018) ci dicono che l’Italia si conferma al quinto posto nella classifica delle destinazioni, dopo Francia, Spagna, Usa e Cina, precedendo con largo margine la Turchia. In particolare siamo passati dai 50,7 milioni di visitatori del 2015 ai 62,1 del 2018, con un incremento nel periodo di 22,5%.

I dati del turismo in Italia nei mesi del lockdown

Giungiamo, infine, alla storia più recente, quella relativa alla situazione del turismo in Italia nel primo trimestre del 2020.

L’epidemia di Covid-19, annunciata in Cina ai primi di gennaio 2020 e poi diffusasi in tutto il mondo in forma pandemica (febbraio 2020), ha avuto conseguenze parziali già da febbraio e poi molto acute nel mese di marzo, con lo stesso andamento fatto registrare per l’export. I dati di Banca d’Italia sul turismo internazionale del primo trimestre 2020 evidenziano andamento positivo (rispetto allo stesso periodo del 2019) dei pernottamenti di turisti stranieri in Italia (qualsiasi alloggio) nel mese di gennaio (+3,5%), seguito da una contrazione già notevole nel mese di febbraio (-20%) e poi dal “crollo” del mese di marzo (-79,5%), coincidente con la drastica limitazione degli spostamenti delle persone e la chiusura delle strutture ricettive extralberghiere.

Risulta conseguentemente rivoluzionato l’andamento della spesa dei turisti stranieri in Italia e dei turisti italiani all’estero: gennaio ha fatto registrare un saldo attivo e in crescita (308 milioni di euro contro i 245 del 2019), saldo che resta attivo ma decresce in febbraio (285 contro 363), per poi evolvere in negativo a marzo (-89 contro +663).

Questo andamento è sostanzialmente confermato (sia pure con una flessione più contenuta in febbraio) dai dati Istat sul movimento di ospiti (italiani e stranieri) nelle imprese ricettive, con i pernottamenti a +8,7% in gennaio, a -5,1% in febbraio e a -80% in marzo. Il Report (in attesa dei dati reali), delinea infine una previsione sugli ultimi mesi, delineando (causa lockdown, divieto agli spostamenti e distanziamento sociale) uno scenario in peggioramento per aprile e maggio, con una flessione dei pernottamenti rispetto al 2019 prossima al 100%. Flessione prevista in lenta ripresa (in linea con quella prevista per i consumi in generale) nel mese di giugno, in cui dovrebbe attestarsi intorno al 70%.

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