Tra il 23 e il 26 maggio 2019 circa 400 milioni di europei si recheranno alle urne nei 27 stati membri dell’Unione europea per il rinnovo dei deputati all’Europarlamento di Strasburgo. Per la prima volta non parteciperà al voto il Regno Unito, per l’uscita dall’Ue dopo la Brexit. In Italia si voterà domenica 26 maggio dalle 7 alle 23.  Il primo voto risale al 1979: di seguito una breve storia dell’esito delle elezioni nel nostro Paese.

1979 – Due voti su tre a DC e PCI
Le prime elezioni europee hanno avuto luogo il 10 giugno 1979, una settimana dopo le elezioni politiche italiane. Fino a quel momento i parlamentari europei non erano eletti direttamente dai cittadini, ma erano designati dai Parlamenti nazionali fra i propri membri. Solo nel 1976, come peraltro era previsto dai Trattati istitutivi, il Consiglio approvò l’Atto relativo alle elezioni europee a suffragio universale diretto, che si svolsero tre anni più tardi.
Le elezioni videro imporsi la Democrazia Cristiana con il 36,45% dei voti. Staccato di 7 punti il Partito Comunista Italiano, con il 29,57. Poi il Partito Socialista (11,03), il Movimento Sociale Italiano–Destra Nazionale (5,45) ed il Partito Socialista Democratico (4,32). Ottennero europarlamentari, nonostante una percentuale inferiore al 4%, anche il Partito Radicale, il Partito Repubblicano, il Partito Liberale e Democrazia Proletaria.

1984 – Effetto-Berlinguer, PCI primo partito
Le seconde elezioni per il Parlamento europeo si svolsero in Italia il 17 giugno del 1984. Si ricordano per essere le elezioni del cosiddetto “sorpasso”: per la prima (ed unica volta), infatti, il Pci si affermò come primo partito in una elezione su base nazionale, conquistando più voti e seggi della Democrazia Cristiana. Pochi giorni prima era scomparso il segretario del Pci, Enrico Berlinguer. In particolare i comunisti ottennero 1 voto su 3 (il 33,3%), la Dc il 32,96, il Psi l’11,21, il Msi-Dn il 6,47.

1989 – L’esordio dei leghisti
Le ultime elezioni europee con il Muro di Berlino sono caratterizzate, in Italia, dal successo della Dc (32,90%), che stacca il Pci di oltre 5 punti (27,58). Bene il Psi di Craxi (14,80), e poi via via a scendere l’Msi (5,51 ), i Liberali Repubblicani Federalisti (4,40), i Verdi (3,78), il Psdi (2,72) e i Verdi Arcobaleno per l’Europa (2,39). Con l’1,83% (circa 636mila voti) si affaccia sulla scena europea la Lega Lombarda Alleanza Nord, che riuniva Lega Lombarda, Liga Veneta, Alleanza Toscana, Piemont Autonomista, Uniun Ligure e Lega Emiliano-Romagnola. Il cartello, che riuscì anche ad eleggere due europarlamentari (Luigi Moretti e Francesco Speroni), fu il primo passo del processo federativo che nel febbraio 1991 ha portato alla nascita della Lega Nord.

1994 – Berlusconi supera il 30%
Forza Italia, fresca di vittoria alla elezioni politiche, raccoglie il 30,62%, oltre 10 milioni di voti. Il distacco con il Pds di Occhetto è notevole, oltre l’11%. Il terzo partito è Alleanza Nazionale, con il 12,47%. Poi il Partito Popolare di Martinazzoli (10%), la Lega Nord (6,56), Rifondazione Comunista (6,08) e il Patto Segni (3,26).

1999 – Forza Italia in testa, exploit della Lista Bonino
La sorpresa delle Elezioni europee del 1999 è sicuramente l’exploit della Lista Bonino, forte di un sorprendente 8,45%. Forza Italia resta saldamente la prima forza politica, con il 25,16%. I Democratici di Sinistra (nel frattempo il Pds ha perso la “P”) si fermano al 17,34, poi c’è l’alleanza An-Patto Segni con il 10,28%. Sfiorano l’8% i Democratici dell’Asinello; consensi intorno al 4% per Lega Nord, Rifondazione Comunista e Popolari. Poco sopra il 2%, infine, il Centro Cristiano Democratico di Casini, i Socialisti Democratici Italiani, i Cristiani Democratici Uniti di Buttiglione e il Partito dei Comunisti Italiani.

2004 – Più di 10 milioni di voti per l’Ulivo!
Ed ecco finalmente l’Ulivo! La lista formata dai Democratici di Sinistra, dalla Margherita, dai Socialisti Democratici Italiani e dal Movimento Repubblicani Europei vince le elezioni con il 31,08% ed oltre 10 milioni di voti. Indietro Fi (20,93) e An (11,49). Prc raccoglie il 6,06, l’Unione dei democratici cristiani e di centro il 5,89 e la Lega Nord il 4,96. Risultano eletti anche europarlamentari per la “Società civile Di Pietro-Occhetto”, che ottiene il 2,14%, e per il Partito pensionati (1,15). Sotto l’1% fiamma Tricolore, Pri-I Liberal Sgarbi, il Patto Segni-Scognamiglio.

2009 – La prima volta del Pd: 10 punti sotto il Popolo della Libertà 
Come andò 10 anni fa? Il Popolo della Libertà sbancò ottenendo il 35,26%, il Pd si fermò al 26,12. E poi Lega (10,21), Italia dei Valori, con un sorprendente 8%, l’Udc (il 6,51%), Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani (3,39) e Sel (3,13).

2014 – Renzi sbanca: il Pd al 40,8%
Resteranno nella storia come le elezioni del trionfo del Pd targato Renzi (nella doppia veste di premier e segretario del partito). I democratici, infatti, superano il 40% (40,8%, oltre 11 milioni di voti). Per trovare un’affermazione così netta bisogna tornare indietro di 56 anni: nel 1958 la Dc di Fanfani alle elezioni politiche totalizzò il 42,5%. Il Pd aumenta di 14 punti rispetto alle elezioni europee del 2009 e di 15 in confronto alle politiche del febbraio 2013. L’exploit del voto consente al Pd di doppiare (o quasi) il Movimento 5 Stelle di Grillo (fermo al 21,1%, in forte calo rispetto alle politiche del 2013); indietro Forza Italia (16,8), discreto il risultato della Lega (6,2), appena sopra il quorum il Ncd di Alfano (4,4) e la lista Tsipras (4%). Ferma al 3,7% Fratelli d’Italia, la formazione politica di Giorgia Meloni. Il centrodestra appare diviso ma non debole: sommando i voti di Forza Italia, Lega, Ncd e FdI si arriva al 31%. Lontani dal Pd ma pur sempre una buona percentuale.

 

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