Il governo ha deciso, dopo anni di incertezze, di bloccare il passaggio delle grandi navi dal bacino di san Marco. Era ora! Di grande importanza e significato è anche la scelta, esplicitata nel decreto, di dichiarare il bacino di san Marco monumento nazionale.Il fatto che non siano pronti gli approdi alternativi previsti dal Comitatone di Novembre (il tempo c’era) comporta, però, che per quest’anno le navi che non rientrano nelle nuove disposizioni approdino altrove. L’indennizzo per i lavoratori e le compagnie è doveroso, ma non tranquillizza per il futuro. Non possiamo perdere la crocieristica; Venezia deve restare home port e dunque deve poter ospitare le navi in attesa della realizzazione del porto fuori laguna. Concentriamoci allora subito sugli approdi alternativi transitori. Si utilizzino subito tutte le soluzioni già praticabili e, visti anche i finanziamenti stanziati col decreto, si realizzino al più presto gli approdi diffusi, nonché ulteriori soluzioni alternative provvisorie, che fossero praticabili in tempi brevi, anche fuori laguna. Non è il momento di polemiche strumentali, di divisioni o di propaganda. È, invece, necessario che si guardi con più coraggio al futuro. Vogliamo una città viva e il porto, come altre attività economiche e produttive, compatibili con l’ambiente lagunare, sono indispensabili per la nostra città.

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