E’ uscito “Il Grande Gioco – Parte Prima: La Promessa”, il nuovo libro sugli scenari della grande trasformazione che stiamo vivendo nell’era post pandemica e dell’intelligenza artificiale, scritto da Angelo Deiana, Presidente di Confassociazioni.
Presidente Deiana, è nata la sua ultima fatica editoriale, il libro “Il Grande Gioco Parte Prima: la Promessa” edito da Giacovelli Editore. Come è nata in lei la principale ispirazione nel volerlo scrivere?
Questo libro è nato perché, all’inizio di tutte le storie che vogliono guardare oltre, ci sono sempre una serie di domande che guidano la corsa verso l’orizzonte. Quando è iniziato il Grande Gioco? Come si gioca al Grande Gioco? Ma, soprattutto, cosa è il Grande Gioco?
Domande facili, risposte difficili. Anche perché ogni risposta ci porta in un territorio disseminato da ombre ed incertezze. Partiamo dalle cose semplici: una tempesta perfetta è sempre preceduta da segnali lontani e deboli, da piccoli presagi di inquietudine, di disordine, di caos, di insofferenza alle incrostazioni del passato. Piccoli vortici che, poco a poco, si uniscono sinergicamente e diventano tempesta, rivoluzione, tsunami.
Ma non è finita: quando sembra tornare la calma, accade sempre qualcosa di completamente inatteso. È quello che è successo e sta succedendo anche questa volta. Abbiamo affrontato una crisi epocale come la pandemia da Covid19, le sue conseguenze tristissime, i suoi crepacci profondi. Poi, ad un certo punto, ci siamo accorti che avevamo partecipato al più grande esperimento sociale della storia: per molti mesi, 5 miliardi di persone erano rimaste chiuse dentro casa e avevano fatto business, affetti e relazioni solo digitalmente. Non era mai successo prima. Le sole relazioni sociali, durante quel periodo, erano quelle digitali.
Avevamo superato l’ultimo miglio, il crinale della montagna, la vera fine del secolo precedente. Quello che è accaduto subito dopo è sotto gli occhi di tutti: invece di fermarci a riflettere su quello che avevamo passato, ci siamo accorti che stavamo scendendo velocemente verso la sorpresa, l’inatteso, il nuovo, l’imprevedibile.
Nei dettagli cosa parla il suo nuovo libro?
Parliamo dell’avvento dell’era dell’intelligenza artificiale e della velocità in Rete, ma anche dell’era delle nuove guerre, della nuova inflazione e della fine del precedente ordine globale, quello della “pax americana” e del mondo unipolare. Un mondo nuovo che dobbiamo ancora capire bene: il mondo del Grande Gioco.
Ma non basta. In quello stesso periodo, l’insieme delle persone connesse in Rete ha smesso di essere un semplice database di dati e comportamenti e sta diventando una specie di coscienza collettiva, sempre più sfruttata dalle piattaforme di USA, Cina, UE, Russia e Big Tech e dai loro approcci all’IA. Un mix esplosivo a livello globale, la guerra di attrito economica, finanziaria e ibrida delle grandi globali piattaforme a rete con la conseguente separazione definitiva tra potere e politica. Un nuovo ordine globale che coinvolge tutti noi.
Attraverso “Il Grande Gioco Parte Prima: la Promessa” che messaggi vuole lanciare al suo vasto mondo di lettori?
È una “Promessa” importante quella del Grande Gioco, ma anche una tentazione pericolosa perché viene a tutti la voglia matta di oltrepassare i confini, di andare oltre le ennesime Colonne d’Ercole, moltiplicando le nostre stesse vite nel mondo della realtà ibrida e aumentata. Il nostro personale e collettivo multiverso.
A maggior ragione, adesso che le grandi piattaforme hanno reso visibili e misurabili, come mai fino ad ora, le relazioni personali e il mondo dei nostri comportamenti. La nostra nuova famiglia allargata: gli amici di Facebook, i followers di X/Twitter, i colleghi di Linkedin, gli influencer di Instagram, le recensioni di Amazon, le IA di Microsoft, OpenAI, Google e molti altri. Senza dimenticare i Bitcoin di Satoshi Nakamoto.
Tutto questo ad una velocità di cambiamento che cresce con progressioni impensabili. Ecco perché siamo in ansia: più rapidamente cambiano le cose, più crisi ci saranno. D’altra parte, in giro per il mondo, non si fa altro che parlare di crisi. Sono tutti preoccupati e allarmati. Tutti analizzano, commentano e, soprattutto si lamentano: crisi, policrisi, permacrisi e futuri che non sono più quelli di una volta. Di fronte alle crisi del mondo del Grande Gioco, molte persone si vedono perse, percepiscono un senso di smarrimento, sentono la velocità del cambiamento come l’inizio di una ineluttabile viaggio verso l’incertezza e condizioni peggiori.
A suo avviso Cina e USA sono più preparate a vivere l’era dell’IA?
Sicuramente sì perché tutto si è scatenato perché, alle tante micro paure individuali, si è aggiunta la grande paura collettiva, il panico globalizzato della pandemia, delle guerre, dell’inflazione, della fine dell’ordine precedente. Si è rotto un punto di equilibrio e siamo tutti alla ricerca del prossimo. Ma chi è stato a contatto con questo tsunami senza precedenti (fatto da pandemia, guerra, inflazione, IA, nuovi modelli di economia, lavoro e business) sta imparando molto, e ha costruito un background di processi per provare a volgere lo sguardo avanti.
Ecco perché stiamo attraversando solo il primo passo nella traversata del mare in burrasca del mondo del Grande Gioco. È il vero salto di paradigma rispetto al passato, quello che corrisponde all’effettivo “cambio di secolo”, quello reale e non solo temporale. Dal XX al XXI attraverso il verificarsi eventi epocali. Non è una cosa nuova: era già successo. Ogni secolo ha il suo momento topico di distacco reale dal precedente.
Una navigazione a vista con l’unico radar delle prime consapevolezze utili a guidarci verso un futuro fatto di mondi inesplorati e spesso pericolosi, perché potrebbero dischiudere spiagge morbide da qualche parte, ma anche scogliere pericolose da altre.
Che siano spiagge o scogliere, l’unica cosa di cui siamo certi è che su di esse si sta per abbattere una tempesta mai vista di innovazione profonda e complessa che riusciremo a comprendere e governare solo se saremo soggetti veramente consapevoli e proattivi. D’altra parte, siamo tutti dentro al Grande Gioco per cui non possiamo far altro che giocare. D’altra parte, come diceva Einstein, per ottenere risultati differenti bisogna fare cose differenti. E, soprattutto, bisogna imparare a giocare al Grande Gioco.