Rullano lontani tamburi. Auguri auguri auguri”. Buon anno!
A tutti gli amici e sostenitori di ReS, l’Associazione per il Riformismo e la Solidarietà; a tutti i nostri lettori; a tutti, proprio a tutti: buon anno!
Che ci attende? Che ci dicono, più degli oroscopi, i “segni dei tempi”? I tamburi della Storia, come nella breve, ma intensa, poesia di G. Caproni, rullano minacciosi e… vicini. Il mondo è inquieto e non trova pace! Camminiamo verso un futuro incerto. Siamo ossessionati dalla competizione a tutti i costi. Che sia per vincere una guerra militare, quando non addirittura religiosa; o etnica, assuefacendoci distrattamente a invasioni, terrorismi e genocidi. Che sia per vincere guerre produttive o commerciali; o personali (cosa sono i femminicidi se non un esercizio perverso di potere dell’uno sull’altra?). Consumiamo l’ambiente, segando il ramo sul quale siamo seduti e dal quale ci siamo nutriti. Saremo molti di più nel mondo, ma molto più disuguali. E ci avviamo verso la vecchiaia per le aree più sviluppata del pianeta e verso la gioventù per quelle “in via di sviluppo”, come si sarebbe detto tempo fa; alcune, peraltro, già protagoniste e “vincenti”.
Al tempo stesso avvertiamo la domanda – o per dirla meglio: il bisogno – di pace; intesa come identità ritrovate da condividere in un progetto di convivenza pacifica e democratica; di giustizia e ben-essere per tutti. Eppure questo bisogno, che ci appare ormai come una necessità, non trova la forza, il coraggio, di emergere, di affermarsi. Siamo, perciò, disorientati. Abbiamo bisogno di riconciliare la nostra quotidianità, fatta, come sempre, di piccole grandi cose, con proposte di vita soggettiva e comunitaria a livello locale e di destino collettivo globale, meno tragiche, meno effimere, più sostenibili. Per riuscirci ci serve una visione del mondo positiva (sempre tempo fa qualcuno parlò di “nuovo umanesimo”) e una governance adeguata. Mancano entrambe. La solitudine è la malattia del tempo; la solidarietà è sempre più un fatto privato e non un progetto civico; la sostenibilità è proclamata, ma poco praticata; le democrazie sono più fragili e i populismi più… riposanti.
Dobbiamo perdere la speranza? No. Per la semplice ragione che la Storia ha dimostrato più volte che l’umanità reagisce e procede. A dispetto dei “profeti di sventura”, lento e tortuoso, il progresso avanza. Ma questo processo va aiutato. Gli obiettivi non mancano. Basta da sola l’Agenda Onu 2030, fatta propria dall’Europa, per indicarci il percorso. E per di più oggi, come mai nella storia umana, possediamo mezzi e risorse, culturali, scientifiche, tecnologiche, economiche e politiche, per far fronte a queste emergenze.
È un compito immane, ma possibile.
Se ognuno, come può, fa la sua parte. Non ci resta che fare la nostra!
Buon anno a tutti.

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here