Superato un primo trimestre particolarmente difficile a causa delle nuove misure di confinamento in numerosi paesi europei, l’economia dovrebbe rimbalzare nella primavera e poi nella seconda parte dell’anno. La Commissione europea nelle sue previsioni d’inverno pubblicate nei giorni scorsi si definisce “cautamente ottimista” sul futuro della congiuntura, tuttora ostaggio della pandemia. L’esecutivo comunitario vede “la luce in fondo al tunnel” e si dice convinta di un ritorno ai livelli economici precedenti la crisi sanitaria entro il 2022. Una ripresa che, tuttavia, stante ancora l’incertezza del quadro epidemiologico e i diversi tempi di evoluzione e dei differenti gradi di gravità nei vari Paesi, rischia di non seguire un andamento uniforme.

Come accennato, comunque, dopo un primo trimestre particolarmente difficile a causa delle nuove misure restrittive in molti dei paesi UE, l’economia vivrà probabilmente un primo rimbalzo nella primavera, per farne poi un secondo in autunno. L’ottimismo dipende tutto dai nuovi vaccini anti-Covid 19 che dovrebbero essere finalmente a disposizione di una larga fetta della popolazione. Come detto, tuttavia, l’impatto della pandemia colpisce gli stati membri in modo diverso tra loro.

La zona euro dovrebbe crescere nel 2021 e nel 2022 del 3,8% in entrambi gli anni. Il dato per quest’anno è inferiore alla stima d’autunno (4,2%), mentre quello per l’anno prossimo è superiore alle previsioni precedenti (3,0%). L’Italia potrebbe fare meno bene, con una crescita del 3,4 e del 3,5% (in autunno le previsioni erano del 4,1% e del 2,8%). “L’economia europea dovrebbe tornare ai livelli economici precedenti la pandemia nel 2022, prima di quanto previsto in precedenza – anche se la produzione andata persa nel 2020 non sarà recuperata così rapidamente, o allo stesso ritmo in tutta la nostra Unione. Questa previsione è soggetta a molteplici rischi, legati per esempio a nuove varianti del virus Covid-19 e alla generale situazione epidemiologica”. Così ha commentato il report il commissario agli affari economici Gentiloni.

Al tempo stesso, Bruxelles spera nell’impatto benefico del nuovo Fondo per la Ripresa da 750 miliardi di euro (di cui circa 200 potrebbero andare all’Italia sotto forma di sussidi e prestiti). Il nuovo strumento, che dovrebbe vedere la luce in primavera, potrebbe indurre “una crescita più forte del previsto, dato che i finanziamenti previsti non sono stati ancora incorporati in queste stime”.

Fiducioso che il prossimo governo italiano presieduto da Mario Draghi sarà “efficiente ed europeista”, il commissario Gentiloni ha poi precisato: “In autunno avevamo previsto che il Fondo per la Ripresa potrebbe avere un impatto medio sul Pil del 2% negli anni in cui sarà operativo. Gli Stati che però hanno un Pil pro-capite sotto la media europea avranno una spinta più forte: considerando uno stimolo di sei anni, il livello del Pil 2021-2026 potrebbe essere più alto, del 3%-3,5%, rispetto a uno scenario senza Fondo per la Ripresa”.

In questo contesto, Gentiloni consiglia ai paesi di agire con flessibilità quando si tratterà di ritirare le speciali misure di sostegno al lavoro (la cassa integrazione in Italia). “La decisione di come uscire da questa situazione di emergenza (…) è una decisione politica molto molto importante. Farlo prima rischia di diminuire le chances di ripresa. Farlo troppo tardi rischia di alimentare un’illusione che poi si traduce in effetti sociali ancora più difficili”. Per ora, comunque sarebbe prematuro.

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