Vi proponiamo l’editoriale di Francesco Occhetta (gesuita, giornalista, scrittore) pubblicato sul sito “Comunità di connessioni”.

Sulla situazione politica e sul voto del 25 settembre abbiamo già pubblicato:
La caduta del Governo e la transizione politica – di Pier Paolo Baretta
Non sono soltanto affari nostri – di Salvatore Biondo
Bisogna puntare al pareggio, come nel 2018 – Intervista a Paolo Feltrin, di Vanni Petrelli
Tattica e strategia, i limiti dei nostri politici – di Carlo Puca
Le torride elezioni e la fatica di riformare il riformismo – di Pier Paolo Baretta
Il ruolo dei social nella sfida elettorale – di Vanni Petrelli
Il nostro voto, come? – di Mirella Ferlazzo
La visione del futuro è l’antidoto all’eterno ritorno del populismo – di Riccardo Corbucci

Durante un agosto rovente e pieno di nubifragi, si stanno chiudendo le liste elettorali e intanto il 25 settembre, giorno delle elezioni, si fa sempre più vicino. I nodi venuti al pettine hanno stupito l’opinione pubblica, ma era tutto già scritto: una legge elettorale inadeguata, la riduzione dei parlamentari, la scelta dei candidati da parte dei segretari di partito, i conflitti interni ai partiti, le esclusioni eclatanti da gestire e l’imposizione di candidati lontani dai territori in cui dovranno farsi eleggere.

Sono state depositate 75 liste, ma sulla scheda ne compariranno soltanto una quindicina. Si coaguleranno nella “rosa dei venti” politica, che si è formata dopo la caduta del Governo Draghi, la destra della Meloni, la sinistra di Letta, il “nord” (politico) rappresentato dal terzo polo di Calenda e Renzi e il “sud” voluto dal Movimento 5 Stelle di ConteIl dato politico più incerto è il destino dell’area moderata, sempre più orfana di appartenenza, di rappresentanti e di riferimenti culturali. Eppure, questo bacino di consenso che ha storicamente nutrito la democrazia italiana include ancora milioni di voti provenienti in gran parte dal mondo cattolico ma anche da chi si astiene.

Dopo le incertezze e le derive politiche degli schieramenti tradizionali, molte persone che appoggiavano le forze moderate si stanno chiedendo cosa fare e chi votare. Tra queste ci sono anche i cattolici liberali, i cattolici popolari e i cattolici democratici, radici diverse di un unico albero, che hanno nutrito grandi anime del mondo cattolico come Comunione e Liberazione e la Comunità di Sant’Egidio. Per i primi sarà possibile orientare il consenso verso Forza Italia e il movimento di Lupi che hanno scelto di accodarsi ad una colazione sbilanciata a destra? Per i secondi basterà avere qualche loro esponente per appoggiare il Pd, il suo programma e le sue alleanze con la sinistra radicale e il movimento di Di Maio? Potrà essere il terzo polo di Renzi e Calenda – che ha voluto e sostenuto il Governo Draghi – una soluzione (temporanea) per sentirsi rappresentati? Cosa faranno grandi associazioni come l’Azione Cattolica o il Rinnovamento dello Spirito? Basteranno i loro richiami valoriali?

(continua a leggere)

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