Dalla balena bianca democristiana ai gufi renziani, passando per la mucca bersaniana e la “pitonessa”, all’anagrafe Daniela Santanchè. Se la politica americana usa l’asinello (il simbolo dei democratici) e l’elefante (quello dei repubblicani), la politica italiana dimostra di avere molta più fantasia quando si tratta di attingere dalla zoologia. Ecco un breve e sicuramente incompleto “bestiario” della nostra politica, aggiornato con i mitici scoiattoli, ma senza i ‘Draghi’ (è vero, esiste quello di Komodo, ma preferiamo lasciarli nella categoria delle creature mitico-leggendarie). 

Anatra
L’anatra zoppa (traduzione letterale dell’espressione inglese lame duck) è una delle conseguenze del voto disgiunto. Si verifica quando un sindaco, pur eletto a maggioranza, si trova in una situazione di ingovernabilità perché nel consiglio comunale la maggioranza è rappresentata dalle liste che avevano sostenuto un candidato diverso. Era capitato nel 2018 anche al neo eletto presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha saputo trasformare questa ‘anomalia’ in una opportunità.  

Asinello
Furono Arturo Parisi e Romano Prodi, nel 1999, a scegliere l’asinello come simbolo del partito “I democratici”, un chiaro riferimento al Democratic Party statunitense. Il partito, però, ebbe vita breve, e dopo 3 anni confluì nella Margherita.

Balena
Il primo ad affibbiare il soprannome “balena bianca” alla potentissima Democrazia Cristiana fu Giampaolo Pansa. Un nomignolo che non dispiaceva ai vertici democristiani, se addirittura negli anni ’80, quando votava scudocrociato un elettore su tre, fu realizzato uno spot per le elezioni europee con protagonista una simpatica balena. Lo slogan era “La balena bianca è grande, mansueta e non inquina”!

Bestia
È il noto e discusso sistema di propaganda di Salvini, creato da Luca Morisi, spin doctor della Lega, sistema naufragato miseramente. Anche in questo caso, come per l’asinello, era stato copiato un modello statunitense: “The Beast” era la struttura social usata da Obama nella prima campagna presidenziale del 2012. 

Bruco
Una (ingenerosa) raffigurazione di Walter Veltroni da parte del vignettista Forattini.

Canguro
L’avrete sentito in occasione della riforma costituzionale: si tratta di un sistema parlamentare anti-ostruzionismo che consente di votare gli emendamenti accorpando quelli in tutto simili e quelli di contenuto analogo. Una volta approvato o bocciato il primo emendamento, risultano decaduti tutti gli altri.

Capitone
Basta cambiare due vocali, e l’eroico “Capitano” Salvini si è trasformato, per i suoi oppositori, in un “capitone”. Un classico esempio di come l’esposizione sui social si possa ritorcere contro.

Cinghiale
Bettino Craxi fu soprannominato il “cinghialone” dai suoi avversari politici, dopo essere stato definito così da Vittorio Feltri in un articolo sul quotidiano “L’Indipendente”.

Delfini
In tutti i partiti, soprattutto quelli leaderistici, si è sempre posto il problema della successione al trono. Ma “il delfino come discepolo prediletto di un uomo politico“, come recita la Treccani, non sempre si è ritrovato al potere, anzi. Tra i delfini più celebri ci sono stati Renzo Bossi (vedi alla voce “trota”), Casini, Tajani, Maroni, Martelli e Occhetto. Ma perché si dice “delfino”? Nel 1349 il Delfino di Vienna, Umberto II il Vecchio, vendette terre e titolo al re di Francia, a patto che le particolarità del Delfinato venissero preservate e che esso fosse assegnato in appannaggio unicamente all’erede al trono. Da quel momento il titolo di Delfino fu perciò attribuito al figlio primogenito e diretto erede del re di Francia.

Gattini
Il gattino che addenta una sardina è stata la (debole) risposta di Salvini al fenomeno spontaneo esploso nel 2019 a Bologna.

Giaguaro
Il “giaguaro da smacchiare” era Berlusconi, in una metafora coniata da Pierluigi Bersani. Una allegoria efficace e che è rimasta nella storia della comunicazione politica e non, ma che in quella occasione, erano le elezioni del 2013, non ha portato bene all’allora segretario del Pd.

Grillo
È vero, in questo caso l’animale è un cognome, ma non poteva mancare lui, il “Beppe nazionale”, il “grillo parlante” che 10 anni fa ha provocato un terremoto nella politica italiana, lanciando il Movimento 5 Stelle. Ha più volte annunciato il suo ritiro dalla politica (“Mi defilo dal Movimento perché ho un’età pazzesca, una famiglia numerosa: ho fatto il mio tempo, ho pronto uno spettacolo, forse torno in tv”, era il 2015), ma ad oggi più che la “kasta” il suo avversario da combattere sembra l’ex premier Conte. 

Gufi
Sono stati l’ossessione di Renzi, definiva così i detrattori del suo governo. Quando era Premier li tirava in ballo continuamente, addirittura l’immagine di un gufo campeggiava in una delle slide realizzate dal Pd per la nuova comunicazione del Partito.

Lupo marsicano
Franco Marini è stato segretario generale della Cisl, ministro e presidente del Senato. Tutti lo ricordano come il “lupo marsicano”, per le sue origini abruzzesi. 

Mucca
Ancora Bersani: “non ci siamo accorti che la mucca era in corridoio” fu una espressione citata in occasione della vittoria di Trump.

Orso
Marco Rizzo, l’ultimo comunista irriducibile (cit.), ha ricevuto una telefonata da Berlusconi, intento a sondare il terreno per una sua elezione al Quirinale. Il segretario del Partito Comunista ha commentato: “Non c’è stato un ardire da scoutismo scoiattolesco (si riferisce all’operazione scoiattolo, leggi più in basso). Anche perché dall’altra parte avrebbe trovato un orso!”.

Passerotto e tacchino
Sempre lui! Bersani ha proposto la versione di un proverbio tedesco (l’equivalente del nostro “meglio un uovo oggi di una gallina domani”). Si era nel 2012 e si parlava di condoni.

Pitonessa
È il soprannome di Daniela Santanchè, esponente della destra, ora approdata a Fratelli d’Italia.

Rospo
Sempre Forattini: questa volta la “vittima” della sua matita è Lamberto Dini.

Sardine
In poche settimane, partendo dall’Emilia-Romagna, le sardine si sono diffuse in tutta Italia. È un movimento di protesta anti Salvini, nato come reazione a un evento della Lega con lo stesso Salvini e la candidata alle regionali, Lucia Borgonzoni. Il Paladozza, dove nel novembre del 2019 era in programma la manifestazione leghista, può contenere 5.570 persone. I 4 fondatori del movimento si erano posti come obiettivo di mettere insieme 6 mila persone. Il resto è storia: il 14 novembre in piazza Maggiore a Bologna le sardine, ben stipate, erano almeno 10 mila. L’invito, diffuso sui social, recitava: “Nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto. Crea la tua sardina e partecipa alla prima rivoluzione ittica della storia”.

Scoiattolo
Poteva mancare questo piccolo, simpatico, mammifero roditore nell’elenco degli animali prestati alla politica? No! E infatti ci ha pensato Sgarbi, con l'”operazione scoiattolo”, messa in atto per aiutare Berlusconi a conquistare il colle più ambito, il Quirinale. L’operazione consisteva nel contattare e convincere i parlamentari indecisi a votarlo per la massima carica dello Stato. Lo scoiattolo, però, è rimasto con la ghianda in mano!  

Squalo
Vittorio Sbardella, un passato nel MSI, è stato il padrone incontrastato della Dc romana degli anni ’80 e dei primi anni ’90. Personaggio di spicco della corrente andreottiana del partito scudocrociato, ‘Squalo’ è il soprannome che rispecchia perfettamente il suo carattere brusco e risoluto. 

Trota
“Il mio delfino? Non direi, per ora è una trota!”. E’ stato suo padre Umberto Bossi ad affibbiare questo soprannome al figlio Renzo, in risposta a chi gli chiedeva se poteva ambire a guidare la Lega, una sorta di successione dinastica della sua leadership. Sappiamo tutti come è finita…

 

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