Intervista a Federico Benini, fondatore dell’istituto statistico WinPoll.

Partiamo dalla domanda più banale… ma anche più gettonata: chi vincerà in Emilia Romagna tra Bonaccini e Borgonzoni?
L’ultima indagine che abbiamo realizzato dà in vantaggio Bonaccini di qualche punto, ma abbiamo riscontrato una rimonta della Borgonzoni negli ultimi giorni. Insomma, la distanza tra i due è minima, a decidere sarà la cosiddetta “ondata finale”.

La Lega sarà il primo partito, come già avvenuto alle Europee del marzo scorso?
Sì, dalle indagini che abbiamo fatto possiamo affermare che la Lega si confermerà il primo partito nella regione. Anche in Emilia Romagna, insomma, il partito di Salvini rappresenta di gran lunga il perno centrale della coalizione di centrodestra, trascinando in modo significativo tutta la coalizione.

E il centrosinistra?
La coalizione resta in leggero vantaggio anche nell’ultima indagine, grazie all’ottimo exploit della lista legata al candidato presidente.

Fratelli d’Italia è in crescita anche in Emilia Romagna?
Sì, riscontriamo un ottimo risultato anche in questa regione, un aumento significativo rispetto alle tornate elettorali precedenti. Nell’analisi del flusso dei voti notiamo come il partito della Meloni acquisti consensi sia dalla Lega che da Forza Italia. Quest’ultima è letteralmente doppiata da Fratelli d’Italia, un rapporto di forza uniforme in tutta Italia tranne in due regioni, Campania e Calabria, dove il partito di Berlusconi continua a conservare un proprio bacino elettorale. In tutte le altre realtà, invece, FdI doppia Fi.

Quali altri elementi ci suggerisce l’analisi dei flussi elettorali in Emilia Romagna?
Come ho già detto la Lega cede un po’ di voti alla Meloni, ma riscontriamo un ritorno nel centrodestra, e nella Lega in particolare, di molti ex elettori che per un po’ si sono rifugiati nel Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo si sta letteralmente sgretolando: i suoi ex elettori in libertà, e non son pochi, rappresentano l’ago della bilancia. Molti di loro voteranno Bonaccini, e se il candidato del centrosinistra riuscirà a conquistarne 3 volte più di quelli che opteranno per la Borgonzoni, avrà la vittoria assicurata. Una possibilità che giudico realistica.

Quanto è fondato il rischio di “anatra zoppa”, vale a dire di un candidato che vince (Bonaccini), con una maggioranza ostile (centrodestra)?
È vero che il voto disgiunto premierà Bonaccini, ma è altrettanto vero che a farlo saranno soprattutto gli elettori grillini. Credo che difficilmente i partiti del centrodestra supereranno il 50% delle preferenze.

Nella vostra indagine in Emilia Romagna la disoccupazione sembra essere di gran lunga il problema più sentito dai cittadini, alla stregua dei cittadini di regioni in cui sicuramente il fenomeno è più diffuso, e penso a tutto il sud. Come lo spieghi?
L’economia di un Paese si muove sul lavoro, la nostra Repubblica si fonda sul lavoro. Su questo tema c’è una forte sensibilità e attenzione, anche in Emilia Romagna. E insieme alla disoccupazione c’è anche la precarietà a preoccupare, la mancanza di un lavoro stabile.

Un altro elemento che emerge dalla vostra è che gli elettori considerano Bonaccini e Borgonzoni nuovi alla stessa maniera, nonostante Bonaccini abbia governato in tutti questi anni.
Bisogna considerare che la Borgonzoni non è propriamente una sconosciuta, è stata anche candidato a sindaco a Bologna contro Merola. Secondo me, però, nel giudizio ha influito la forte presenza della candidata del centrodestra a diverse trasmissione televisive nazionali, mentre Bonaccini ha avuto più visibilità solo negli ultimi mesi.

Secondo le vostre indagini l’elettorato risulta spaccato: con Bonaccini ci sono studenti, disoccupati, pensionati. E quindi soprattutto under 30 e over 65. Con Bergonzoni liberi professionisti e imprenditori di età media. Come si spiega?
Credo che sia una costante tipica dell’elettorato di centrosinistra, del Pd. I più attempati sono ex comunisti ed ex democristiani, elettori che in questo partito, che oramai può definirsi “storico”, trovano rifugio, sicurezze, perché ha una immagine di sé istituzionale, seria. Sempre nel centrosinistra troviamo studenti, laureati, giovani, che nutrono un grande interesse verso il Pd soprattutto per l’aspetto culturale dell’europeismo, con cui le nuove generazioni sono nate. E il partito più europeista in Italia è sicuramente il Pd. Ci sono poi elementi legati all’ambiente, alle innovazioni tecnologiche, all’accoglienza, ai diritti civili. Temi su cui i giovani sono molto più aperti, trovando maggiori affinità con il Pd. Poi, dall’altra parte, abbiamo la classe produttiva, gli ultra trentenni fino ai 50, 60 anni. Lavorano e chiedono di non avere “rogne”, come gli immigrati, e di ridurre le tasse.

Un altro elemento che salta agli occhi è che nelle intenzioni di voto non c’è “solidarietà di genere”: le donne preferiscono Bonaccini.
Dirò una cosa impopolare: una donna giovane, non brutta, è difficile che venga votata dalle donne. L’avevo già riscontrato in alcune indagini su Alessandra Moretti, o sulla stessa Carfagna. La conferma è arrivata ora dall’Emilia Romagna.

Domanda da un milione di dollari: è possibile azzardare previsioni sull’affluenza?
No, non me la sento di sbilanciarmi. L’affluenza è un dato che nei sondaggi è sempre molto difficile stimare, e quindi preferisco glissare.

Un passaggio sulle Sardine è d’obbligo: quanto saranno influenti sull’esito del voto?
Su una cosa credo siamo tutti d’accordo: Mattia Santori e gli altri non sposteranno un solo voto dal centrodestra al centrosinistra. E poi c’è anche un problema di organizzazione: le Sardine si sono mosse molto bene nelle città capoluogo, nei grandi comuni. Ma si tratta di realtà in cui Bonaccini dovrebbe vincere senza problemi. Forse avrebbero dovuto organizzare eventi nei piccoli centri, anche perché la Borgonzoni risulta in vantaggio nei comuni con meno di 10 mila abitanti. Credo però che le Sardine qualche voto, tra indecisi, astenuti e grillini delusi, possano portarlo. Ma saranno soprattutto questi ultimi a fare la differenza.

E Salvini, invece, riuscirà a far vincere la sua candidata?
In queste elezioni lo sfidante di Bonaccini sembra Salvini, più che la Borgonzoni. E il leader della Lega in questo momento “tira” tantissimo. La fiducia in Bonaccini è molto alta, supera abbondantemente quella riposta nella Borgonzoni, ma come è spesso accaduto nelle ultime elezioni, se c’è un partito che ha il vento in poppa l’elettore tende a mettere in secondo piano la percezione che ha sui candidati. È già accaduto che candidati con un gradimento di fiducia nettamente più alto dell’avversario abbiano perso.

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