La fumata bianca del comignolo e decine di migliaia di smartphone che da piazza San Pietro immortalavano quel momento storico: erano le 18:07 di giovedì 8 maggio scorso, l’istante in cui c’è stata una convivenza perfetta tra un rito così antico e “l’arnese” moderno per eccellenza.

Il comignolo più immortalato del mondo
Da una parte, dunque, lo strumento utilizzato sin dal 1800 per indicare che si è raggiunto l’accordo sul nome del Pontefice, il comignolo montato sul tetto della Cappella Sistina; dall’altro la nostra “protesi”, il nostro mondo racchiuso in circa 100 centimetri quadrati, la croce e la delizia dei nostri tempi: lo smartphone! È stato davvero incredibile assistere alla marea di persone, si dice 150mila, che quel giovedì in piazza San Pietro hanno immortalato con il proprio smartphone i momenti salienti di quella giornata, dalla fumata bianca all’apparizione del neo papa. Centinaia di migliaia di braccia protese verso i luoghi-simbolo della piazza, dal tetto della Cappella Sistina dove è posizionato il comignolo al balcone dal quale Robert Francis Prevost ha fatto il suo esordio, raccogliendo l’eredità di papa Francesco.

Social e intelligenza artificiale
Non sappiamo ancora quale sarà l’impostazione del papato di Leone XIV, ma una cosa è certa: queste sono state le elezioni del papa più social di sempre. Tornando alle immagini di questi giorni: una foto davvero potente è stata quella che ritraeva Trump e Zelensky a colloquio nella Basilica di San Pietro poco prima del funerale di papa Francesco. Una immagine che il giorno dopo, su alcuni quotidiani, è stata addirittura preferita alla foto della salma di Bergoglio. Un’altra cosa importante è che questo papa ha detto che per la chiesa la nuova questione sociale è l’intelligenza artificiale. “Ho scelto di chiamarmi Leone – ha detto Prevost – perché papa Leone XIII, con la storica enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale. Oggi la chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale, quella legata agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comporta nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.

Il papa nella rete!
A proposito di social: in molti si sono affrettati a curiosare in rete per cercare qualche account del neo pontefice. Su “X”, l’ex Twitter, è stato trovato il profilo @drprevost riconducibile al Cardinale Robert Prevost. Cosa ha twittato (o rilanciato) Leone XIV negli ultimi tempi? La successione dei suoi tweet e dei suoi retweet è molto interessante per capire qualcosa di più del neo papa: nella sua cronologia, infatti, non si trovano solo le immagini della sua vita nell’amato Perù, ma anche, ad esempio, la ricondivisione da parte di Prevost di un post dello scorso 15 aprile nel quale si accusano i presidenti Trump e Bukele della deportazione in Salvador di Kilmar Abrego Garcia. In altri due interventi l’allora cardinale Prevost aveva condiviso due tweet con dure critiche nei confronti del vicepresidente statunitense J.D. Vance. In particolare si criticava questa dichiarazione di Vance. “Nella mia visione il cristianesimo insegna ad amare prima la famiglia, poi il tuo vicino, la comunità, i tuoi concittadini, e solo dopo il resto del mondo. In tanti a sinistra hanno completamente invertito quest’ordine”.

Nel secondo articolo, rilanciato sempre da Prevost, un giornalista gesuita aveva criticato Vance per le sue posizioni sui migranti. Tanto che una influencer molto vicina a Trump, subito dopo l’elezione di Prevost, ha scritto un post molto velenoso nei confronti di Leone XIV, la cui elezione è stata ovviamente accolta con favore ed entusiasmo negli States: “Non c’è niente da festeggiare. Questo papa è anti-Trump, anti-Maga, a favore delle frontiere aperte ed è un marxista convinto come Papa Francesco. I cattolici non hanno nulla di buono da aspettarsi. Un’altra marionetta marxista in Vaticano”.

Ma dal profilo X del neo Papa emergono altri contenuti interessanti: Prevost, infatti, negli anni ha rilanciato le parole del papa sul conflitto in Ucraina e sugli abusi dei preti sui bambini, oltre ad aver diffuso diversi post contro la pena di morte. Tra le altre cose, ha fatto molto discutere il retweet di Prevost di un video satirico ai tempi del Covid in cui la moglie ribadiva al marito la necessità del distanziamento di sicurezza quando lui le si avvicina per delle avances, ma lo stesso si vendicava quando era lei ad avvicinarsi mentre lui era intento a contare delle banconote.

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L’incredibile profezia de “Il Foglio”
Infine, sempre per parlare di media e Vaticano, una curiosità: il quotidiano “Il Foglio” di mercoledì 7 maggio, il giorno prima dell’elezione di Prevost, ha pubblicato un breve messaggio di un lettore in cui non solo era indicato il nome del pontefice, Leone XIV, ma si suggeriva anche il nome del papa attraverso lo pseudonimo con il quale era firmato il testo: Vince(nzo) Agostini. Prevost, infatti, è l’unico dell’Ordine Agostiniano tra i Cardinali. Solo una incredibile coincidenza?

Al di là di tweet, social e profezie resta un dato di fatto: dopo un grande comunicatore come papa Francesco, anche Leone XIV è destinato a lasciare il segno dal punto di vista della comunicazione. E c’è chi aspetta con ansia lo storico incontro tra il presidente Trump e il neo pontefice di Chicago (la stessa città di Obama). Trump si è detto onorato della nomina di un americano e ha scritto che non vede l’ora di incontrarlo. C’è da sperare che con il tycoon il papa sia Leone di nome e di fatto, tenendo a bada l’esuberanza di Trump.

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