È opinione comune che il progetto socio-politico dell’Unione europea stia attraversando un momento di crisi: lo dimostra il rallentamento della crescita, la recessione e la stagnazione dei salari negli ultimi anni che hanno colpito duramente i paesi membri, una paventata deindustrializzazione Le difficoltà economiche hanno inasprito le tensioni sociali facendo emergere sentimenti e tendenze apertamente nazionaliste e antieuropeiste, delle quali il voto per la Brexit e la crisi dei migranti sono forse le espressioni più dirompenti.
Lo sguardo di Joseph E. Stiglitz nel suo libro “Riscrivere l’economia europea” (Il Saggiatore) evidenzia che l’eccessiva fiducia in un neoliberismo aggressivo e in mercati non regolamentati ha dato sempre più spazio a un’industria finanziaria spericolata, aumentando la disuguaglianza tra i cittadini dell’unione. Se si vuole 
recuperare l’identità originale del progetto europeo e preservarne i valori fondanti è necessario ripensare radicalmente le politiche economiche e la loro applicazione. In Riscrivere l’economia europea Stiglitz avanza alcune proposte di riforme possibili, e vieppiù necessarie: spostare la politica monetaria della Banca centrale europea dal contenimento dell’inflazione alla priorità da dare all’occupazione; sviluppare quelle attività finanziarie che arricchiscano gli stati anziché inseguire guadagni immediati; regolamentare in modo efficiente la concorrenza tra le imprese e la proprietà intellettuale; intervenire sul mercato del lavoro e sulle norme previdenziali per istituire un sistema di protezione sociale a livello europeo che garantisca istruzione, alloggi e stipendi adeguati per tutti.
Con Riscrivere l’economia europea Stiglitz traccia una direzione da seguire per svincolare l’Unione dallo stallo economico e sociale in cui versa e fare in modo che i valori fondanti del progetto europeo possano rinnovarsi, garantendo un futuro migliore ai cittadini e trasformando questo complesso organismo in una forza protagonista del mondo globalizzato.
