Il volume Europa. Evitare il declino, di Marco Buti e Marcello Messori, edito da Il Sole 24 Ore, ci offre una analisi delle prospettive che si apriranno dopo le elezioni europee di giugno 2024 e propone una mappa, incentrata su un “federalismo graduale e pragmatico”, per disegnare l’Europa del futuro.

Gli autori tentano così di rispondere ad alcuni interrogativi che ci scuotono da qualche tempo: confermare vigore alla sovranità europea o sciogliere le briglie del sovranismo nazionale? Mantenere salda la rotta dell’autonomia strategica o virare per un neo-mercantilismo? Confermare il metodo comunitario o l’approccio intergovernativo? Allargare o approfondire l’Unione? Puntare alla costruzione di una difesa europea o lasciare che siano le politiche nazionali a occuparsi della difesa? Policy mix coordinato o isolamento della politica monetaria? Politiche accentrate di bilancio o autonomia fiscale? Politica industriale europea o aiuti di stato? Beni pubblici europei o trasferimenti ai paesi? “Made with Europe” o “Made in Europe”? Regole comuni o “disciplina di mercato”? Condivisione o riduzione dei rischi?

Questi temi saranno alcune delle scelte cruciali su cui si giocherà la capacità dell’Unione europea di contribuire alla gestione dei drammatici conflitti geopolitici e di realizzare uno sviluppo sostenibile. Il volume, suddiviso in sette capitoli, raccoglie una selezione ragionata di articoli già pubblicati dagli autori, e intende contribuire a quelle riflessioni di ‘medio raggio’ necessarie per disegnare una nuova e forse più adeguata architettura della Ue e per definire un’agenda di politica economica europea, capace di sostenere una visione multidisciplinare che coniughi questioni economiche, istituzionali, politiche ma anche filosofiche.

Secondo gli autori, per realizzare una crescita sostenibile di lungo periodo, l’economia europea deve modificare il proprio modello produttivo dotandosi di assetti istituzionali e regole di governance che sappiano rispondere alle attuali sfide esterne e interne all’area.
Il che richiederà sia iniziative accentrate sia aggiustamenti nazionali.

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