Si sono da poco concluse le più grandi elezioni della storia messicana, che metteva ai voti, oltre alla presidenza, più di 20mila tra seggi parlamentari nazionali e locali, nove incarichi da governatore e di amministratori di vario livello.  Il voto è arrivato al termine della campagna elettorale forse più violenta della storia moderna: 30 candidati uccisi e centinaia di altri che hanno abbandonato la corsa, sotto il peso delle minacce dei narcos e dei gruppi criminali. Chiamati a votare circa 98 milioni di aventi diritto, hanno risposto al voto il 60,76% dei cittadini, a fronte di un risultato che era già stato annunciato, tuttavia la vittoria schiacciante con quasi il 59,75% delle preferenze di Claudia Sheinbaum, che riflette la crescita del Movimento di rigenerazione nazionale (MORENA) a cui attualmente appartengono circa i due terzi dei 32 governatori del paese, si configura nella percezione generale come il segno di un profondo cambiamento storico per il Paese. Stando ai conteggi – la coalizione di governo Sigamos Haciendo Historia(che riunisce MORENA, Verdi e Partito del lavoro) dovrebbe avere la maggioranza di due terzi in entrambe le camere del Congresso, il che le consentirebbe di approvare le riforme costituzionali senza il sostegno dell’opposizione.

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Sempre in vantaggio sugli avversari: un’altra donna, Xochitl Galvez (28% delle preferenze) e Jorge Alvarez Maynez (10% delle preferenze), la neo Presidente, rappresenta soprattutto la continuità con Manuel López Obrador (conosciuto anche con l’acronimo di AMLO), Presidente uscente. La novità di avere eletto una Presidente donna, rappresenta una svolta per il Messico semmai dal punto di vista socio-culturale: il paese infatti è noto per la sua cultura ‘machista’ e – con una media di 15 femminicidi al giorno – è considerato uno dei paesi più pericolosi al mondo per il genere femminile.

Laureata in fisica, ingegnera e ricercatrice, Claudia Sheinbaum è di genitori emigrati nel paese alla seconda metà del ‘900, il padre ebreo lituano diventa un ricco commerciante di gioielli impegnato nel Partito comunista, la mamma bulgara, era docente universitaria. La neo presidente è entrata in politica dal 2000, da sempre impegnata in battaglie ambientaliste, anche durante la sua campagna elettorale ha ribadito la sua attenzione verso le questioni ambientali, pur non avendo dato molto spazio al tema dello sviluppo degli investimenti e dell’aumento della competitività del Paese.

Ma vediamo quali sono i punti chiave del suo programma, che incontrovertibilmente si scontreranno con un pesante deficit di bilancio e una bassa crescita economica. Prima di tutto punta al consolidamento della cosiddetta “Quarta Trasformazione”, dando continuità alle politiche sociali ed economiche promosse del presidente uscente indirizzate a dare sostegni agli anziani e alle madri single, a rafforzare lo stato sociale per alleviare le disuguaglianze tra la popolazione e avviare progetti infrastrutturali in regioni storicamente povere.

La neo presidente punterà poi a consolidare il cambiamento del Messico con la lotta serrata alla corruzione, i programmi di educazione, la tutela dell’ambiente, la sanità pubblica, la riforma della magistratura. Tra i punti chiave del programma di Sheinbaum c’è anche la lotta contro il femminicidio. In Messico più di 3.000 donne all’anno vengono uccise. Quindi, prevenzione, campagna di sensibilizzazione alla denuncia e introduzione del reato di femminicidio sono obiettivi primari nell’agenda della neo Presidente.

Infine, tra le sfide che attendono il Messico ci sono gli accordi che dovranno essere negoziati con gli Stati Uniti, con cui il Paese condivide oltre 2mila chilometri di confini. I temi al centro degli accordi sono tanto quelli riguardanti i flussi di migranti che attraversano il paese, quanto la cooperazione in materia di sicurezza sul traffico di droga, in un momento in cui in America è a livelli massimi l’attenzione contro il Fentanyl, che ha creato una nuova epidemia di drogati. L’immigrazione è stato uno dei temi centrali della campagna elettorale, anche in vista delle presidenziali di novembre e gli americani lo citano come una delle loro preoccupazioni più urgenti. Lo scenario oggi è complicato dalla possibilità del ritorno alla presidenza di Donald Trump, che ha promesso la “più grande operazione di deportazione” nella storia degli Stati Uniti, per riportare fuori dai confini nazionali i migranti privi di documenti e che mobiliterà forze speciali per combattere i cartelli del narcotraffico.

In campagna elettorale Sheinbaum ha dichiarato che “non ci sarà più sottomissione in politica estera” e che il Messico non si lascerà più “umiliare” da Washington. “Diremo sempre che è meglio costruire ponti piuttosto che muri” ha dichiarato, assicurando che riuscirà a frenare i flussi illegali attraverso la frontiera. Qui starebbe la vera novità: riuscire dove i suoi predecessori hanno fallito.

Un ultimo sguardo sul Messico merita la congiuntura economica, che in questo momento vede il Messico fare da locomotiva dello sviluppo dei Paesi emergenti dell’America Latina anche grazie alla vicinanza con gli Stati Uniti (analisi di Abrdn e RBC BlueBay). In particolare il 2024 ha visto crescere del 9% gli investimenti esteri verso il Messico, che è riuscito ad attrarre oltre 20,3 miliardi di dollari nel primo trimestre. Si tratta del massimo storico, con gli Stati Uniti, la Germania, il Canada e il Giappone che hanno investito più di qualsiasi altro paese. La maggior parte degli investimenti è sul settore manifatturiero (mezzi di trasporto, bevande, tabacco, alimenti, metalli, plastica, gomma, apparecchiature per la generazione di energia elettrica, apparecchiature informatiche e carta).

Inoltre, la vicinanza agli Stati Uniti e l’accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA), ha visto il Messico diventare il più grande beneficiario del nearshoring delle aziende statunitensi. Le sue ricche risorse naturali, i vantaggi del mercato del lavoro e i minori costi di produzione si sono dimostrati allettanti per molte aziende americane. Gli investimenti in Messico da parte di aziende come Tesla, BMW e GM sono in aumento. La quota di importazioni messicane dagli Stati Uniti ha superato quella cinese, rendendo il Messico il principale partner commerciale degli Stati Uniti. Tutto ciò rappresenta per la neo Presidente una congiuntura di tutto vantaggio, che dovrà dimostrare di saper utilizzare per un rilancio strutturale e duraturo del Paese.

(Foto di Jorge Aguilar su Unsplash)

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