Nel carrello della spesa sempre più piatti pronti, torna la carne e cresce la consapevolezza per le grandi sfide legate all’ambiente, ce lo dice il Rapporto Coop sui consumi degli italiani

Lavorano di più (ma guadagnano meno) rispetto agli altri cittadini UE, prediligono ‘piatti pronti’ e snack, riscoprono la carne e sono sempre più attenti all’ambiente, al consumo sostenibile, e quando si parla di mangiare hanno un approccio sempre più salutistico.

Il profilo degli italiani in materia di consumi appare controverso, a tratti in contraddizione con se stesso, ma è quanto emerge dal recente “Rapporto Coop 2019 – Consumi e stili di vita degli italiani”, redatto dall’Ufficio studi di Ancc-Coop che ha analizzato situazione economica, scelte nelle spese, ma anche abitudini legate alla vita quotidiana della Penisola.

Nel carrello della spesa più piatti pronti (o rapidi da preparare) e snack

Il primo (e forse più significativo) dato che salta all’occhio riguarda la drastica riduzione del tempo passato ai fornelli, praticamente dimezzato negli ultimi 20 anni in favore del Ready2Eat, che vede una crescita in tutte le categorie prese in esame.

Si preferiscono cibi pronti o rapidi da preparare con conseguente crescita della spesa per la ristorazione extradomestica (83 miliardi nel 2018) che si riflette inevitabilmente nel boom del food delivery (il 26% degli italiani dichiara di farvi utilizzo costante), ma anche nella scelta dell’ Instant Food negli acquisti da supermercato (+9,3% in un anno). In questo senso, come potrebbe mancare il sushi (alimento di cui il 42% dei nostri concittadini si dichiara costante consumatore) che fa segnare un aumento dell’offerta anche a livello di GDO.

Italiani pigri? Forse un po’, ma la verità dati alla mano è anche un’altra: tralasciando le varie questioni occupazionali e che concernono il mondo del lavoro (non è questa la sede), gli italiani sono ‘più impegnati’ a lavorare rispetto a molti cittadini dell’Unione (360 ore in più all’anno rispetto ai tedeschi, ad esempio), dimensione che facilmente può lasciar immaginare una scelta ‘rapida e indolore’ nel momento in cui si torna a casa e ci si riunisce a tavola con la famiglia. Per dir la verità, non troppo indolore: è cosa ben nota che la spesa per cibi pronti o rapidi da preparare è, in buona misura, più alta rispetto all’acquisto di materie prime, se poi ci si aggiunge il fatto che a fronte di un monte ore lavorativo più alto gli italiani guadagnano oltre il 30% in meno dei cittadini tedeschi (per rimanere sullo stesso esempio portato in precedenza) appare chiaro come non sia solo una questione di preferenze e di scelta salutista.

Scelte salutistiche e una maggiore consapevolezza delle grandi sfide legate all’ambiente

Ecco appunto, l’attenzione alla salute: il Rapporto Coop evidenzia il grande ritorno della carne (+3,5% le vendite nel primo semestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018), soprattutto italiana. E in questo senso, nella scelta, diventa fondamentale la sicurezza degli alimenti: il 78% dei consumatori è infatti rassicurato dall’origine 100% italiana, con i prodotti nostrani cresciuti del 4,8% in un anno (2018 su 2017). Di contro, c’è da registrare come i prodotti vegan abbiano subito una riduzione del 5% nel corso del 2018.

Più in generale, cala il consumo di bibite gassate e la tendenza è quella di preferire fibre e proteine a scapito di carboidrati e grassi. In questo filone si inserisce, sottolinea il rapporto, anche la preferenza per gli snack dolci o salati, per frutta e verdura preferibilmente già confezionate, per le barrette sostitutive dei pasti (ah, la coerenza!).

Capitolo “attenzione all’ambiente”. Potremmo dire che l’opera di Greta Thunberg e la sollecitazione del movimento plastic free iniziano a dare i primi segnali anche in Italia. Stando infatti all’indagine, il 68% dei consumatori è favorevole a far pagare un supplemento per i prodotti in plastica monouso così da disincentivarne l’acquisto. Inoltre, diversi prodotti con certificazione associata al tema hanno registrato un aumento degli acquisti, come nel caso di Utz, marchio che certifica caffè, cacao e tè coltivati nel rispetto della terra e dei lavoratori (+21,5%). Ma non solo: il ‘mood green’ emerge anche da altre scelte, come ad esempio la crescente percentuale di acquisto di auto ibride o elettriche, vestiti e cosmetici ‘verdi’ (li compra una donna su quattro).

Reddito di cittadinanza e aumento dei consumi

Giungiamo ora ad alcune considerazioni legate a scelte politiche di recente attuazione. In particolare sono state rilevate correlazioni tra Reddito di Cittadinanza e crescita dei consumi: si è visto che al Sud, proprio nelle città in cui c’è una più alta concentrazione di persone che abbiano ottenuto il sussidio, sono cresciuti i consumi. Sempre nel Mezzogiorno, inoltre, si è registrata l’ascesa dei discount, che nel 2019 hanno avuto un incremento notevole: sono passati dal -0,6 di luglio 2018 al 2,6 di giugno 2019 (Corriere della Sera, Economia).

Resta, però, da sottolineare una decisa contrazione dei consumi e il profondo il divario tra Nord e Sud del Paese. Infatti, come rivela il Corriere, “il 2018 ha fatto registrare un calo della spesa economica — la contrazione in termini reali è pari al -0,9% — e un divario tra Nord e Sud non indifferente: la differenza nei consumi mensili tra il Nord-Ovest e il Sud e le isole si attesta a 10 mila euro all’anno. Ogni mese, in media, in Lombardia le famiglie spendono in media 3.020 euro, mentre quelle calabresi 1.902”.

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