Le proposte: ius soli e ius culturae
Le ultime proposte di legge sulla cittadinanza per gli stranieri residenti prevedono due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: lo ius soli (“diritto legato al territorio”) temperato e lo ius culturae (“diritto legato all’istruzione”).
Lo ius soli “puro” prevede che chi nasce nel territorio di un certo stato ottenga automaticamente la cittadinanza: ad oggi è valido ad esempio negli Stati Uniti, ma non è previsto in nessuno stato dell’Unione Europea. Lo ius soli “temperato” prevede invece che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni.
Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:
- deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
- deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
- deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.
L’altra strada per ottenere la cittadinanza è quella del cosiddetto ius culturae, e passa attraverso il sistema scolastico italiano. Potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie). I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.
Il criterio dello ius sanguinis
L’ultima legge sulla cittadinanza, introdotta nel 1992 dalla legge n.91, prevede un’unica modalità di acquisizione chiamata ius sanguinis (dal latino, “diritto di sangue”): un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è italiano. Un bambino nato da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento abbia risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”. Questa legge è da tempo considerata carente: esclude per diversi anni dalla cittadinanza e dai suoi benefici decine di migliaia di bambini nati e cresciuti in Italia, e lega la loro condizioni a quella dei genitori (il cui permesso di soggiorno nel frattempo può scadere, e costringere tutta la famiglia a lasciare il paese).
Gli effetti del decreto Salvini
Esiste un limite costituzionale alla privazione della cittadinanza? Il decreto legge n.113/2018 (il cosiddetto decreto Salvini) ha recentemente introdotto un nuovo articolo 10-bis nella legge n. 91/1992 che disciplina la revoca della cittadinanza. Si tratta di una “sanzione” che può essere inflitta dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’Interno entro tre anni dalla condanna definitiva per gravi fatti di reato ed è applicabile soltanto ad alcune categorie di cittadini (non si può revocare la cittadinanza ai cittadini iure sanguinis, per beneficio di legge o per adozione).
La revoca della cittadinanza è un’assoluta novità nella legislazione italiana a far data dalle leggi fasciste del 1926 e sembra porsi in diretto conflitto con l’articolo 22 della Costituzione, che vieta la privazione della cittadinanza per motivi politici; con il principio costituzionale di ragionevolezza; con il diritto costituzionale di difesa e con altri diritti di rango costituzionale che possono essere aggrediti come effetto dell’atto di denazionalizzazione.
Seconde generazioni: i numeri
- 1.065.811 i giovani figli d’immigrati che hanno meno di 18 anni (Fonte ISTAT)
- 72.096 i nuovi nati nel 2018
- 971mila i figli di stranieri nati in Italia tra il 1993 e il 2019
- 72% dei minori con cittadinanza straniera e nata in Italia di cui: 93,5% nella fascia di età da 0 a 5 anni, 24% nella fascia di età da 14 a 17 anni, 89% tra i figli dei cinesi
- I Paesi di origine dei figli d’immigrati maggiormente presenti in Italia: Cina, Filippine, Albania, Marocco, Perù, Ecuador, India, Romania, Ucraina, Moldavia.
Seconde generazioni a scuola
- Nell’anno scolastico 2018/2019 gli studenti stranieri presenti in Italia sono circa 815.000
- Scuola primaria 36,5 % nell’anno scolastico 2018/2019
- Nella scuola dell’Infanzia gli allievi con cittadinanza non italiana rappresentano, sul totale degli allievi, una quota stabilmente vicina al 10%
- Nel 2018/2019 gli studenti stranieri presenti nella scuola secondaria di II grado sono circa 188.000
- In Lombardia il più alto numero di studenti stranieri (203.979), l’Emilia Romagna la regione in cui incidono maggiormente (quasi il 16% degli studenti non ha la cittadinanza italiana)
(Fonte: Anolf Cisl)