Dopo un lungo passato in Fim e in Cisl, e poi in politica, negli ultimi sette
anni, dopo essere andato in pensione, ho percorso più di diecimila chilometri (la metà a piedi e il resto con sci e pelli di foca o in bici), arrivando per tre volte a Santiago de Compostela attraverso i Cammini: Inglese, Primitivo e Francese. Quindi la Via degli Dei da Bologna a Firenze, il Cammino Materano da Bari a Matera, i sentieri di Eolo-Isole Eolie, oltre a numerosi trekking sulle Alpi e nella verde Brianza, accumulando oltre 300 mila metri di salite.

Recentemente ho pubblicato un curioso thriller ambientato sul Cammino Francese per Santiago de Compostela che riempie di inquietanti sorprese le giornate dei pellegrini, mettendo a rischio l’incolumità del tragitto: “BOTAFUMEIRO- Attacco al Cammino (YOUCAN PRINT, 263 pagine, 17 euro, in vendita on line anche su Amazon). La prefazione di Gian Franco Colombo (giornalista de “La Provincia di Lecco”) dà una idea sintetica e precisa di questo romano: “Le Nuvole d’incenso che si alzano dal botafumeiro, l’enorme turibolo della cattedrale di Santiago de Compostela, sono in un certo senso il simbolo di questo romanzo di Carlo Spreafico. C’è una profonda dimensione sacra nella cerimonia che vede protagonista il botafumeiro: per i pellegrini è la certificazione della fine del
Cammino di Santiago, ma è anche l’importante sottolineatura della religiosità, della fede che ha segnato nei secoli ogni passo dei tanti che hanno solcato quelle strade. In quelle nuvole d’incenso, poi, è avvolto anche il mistero con cui si trova a misurarsi Ela, la protagonista di queste pagine.

Il sottotitolo del romanzo – “Attacco al cammino” – già anticipa al lettore che non sarà solo la fatica a condire le giornate dei nostri pellegrini. Dovranno, infatti, misurarsi con situazioni perlomeno singolari, che susciteranno non pochi interrogativi. Volendo parlare di generi, qui siamo sicuramente di fronte ad un giallo, che non raggiunge l’efferatezza dei noir più crudi,
ma che certamente condisce le giornate dei nostri protagonisti di sorprese inquietanti. Sono come le briciole di Pollicino, che lentamente, ma in modo scientifico, conducono al grande finale”.

“Carlo Spreafico si è “divertito” a raccontare il Cammino da lui fatto tante volte, mescolandolo di tinte gialle. Di pagina in pagina il mistero s’infittisce, ma il cammino procede con la fatica, le vesciche di ordinanza ed i tanti incontri di una strada che sa unire tante lingue e tante culture. Questa è la forza del romanzo, quella di saper raccontare una storia dentro le miriadi di storie che s’incrociano lungo la via. Il Cammino di Santiago sa unire, dentro gli sforzi volti a raggiungere la meta agognata, donne e uomini diversi. Succede così che quel tragitto diviene l’occasione di incontri singolari, di confronti imprevisti, in un arcobaleno esistenziale che racconta quanta forza ci sia nella possibilità di conoscere chi vive in altre latitudini.

“Se potesse parlare il botafumeiro ne avrebbe di cose da raccontare”, si legge nel romanzo, e Spreafico ha voluto narrarci la sua di storia, confermando ancora una volta, il fascino di un Cammino che continua a stupire.

Spreafico negli anni scorsi ha pubblicato : Racconti dal Cammino di Santiago (2015), Finestre sul Cammino Primitivo (2016), La Fotografia (2015), e nel 2018 un thriller rosa brianzolo: Urina e la Sguagnida.

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